Alcaraz trionfa al Roland Garros al termine di una finale epica contro Sinner
Il duello tra i due giovani fuoriclasse incanta il pubblico con cinque set ricchi di emozioni, suspence, colpi spettacolari e riscrive la storia del tennisSi è svolta ieri la finale del torneo Roland Garros, che si è rivelata un vero e proprio spettacolo sia per il pubblico presente a Parigi che per quello da casa, che ha potuto osservare per 5 ore e 29 minuti un’intensità di gioco e di determinazione a tratti inverosimile. Nonostante la vittoria sia andata a Carlos Alcaraz, una partita così combattuta è stata possibile proprio grazie a Jannik Sinner, che ha saputo lottare fino alla fine visualizzando davanti ai suoi occhi l’obiettivo di conquistare il trofeo.
Si è trattata della finale più lunga nella storia del Roland Garros e la seconda più lunga di sempre nei tornei del Grande Slam, i quattro principali nel tennis (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon, US Open), dopo quella degli Australian Open del 2012 tra Novak Djokovic e Rafael Nadal, durata 5 ore e 53 minuti.
Il numero uno al mondo ha così ceduto alla rimonta dello spagnolo dopo una partita estenuante, che si è conclusa con il punteggio di 4-6, 6-7, 6-4, 7-6, 7-6. Carlos Alcaraz, 22 anni, conquista così un nuovo titolo Slam, confermandosi come il più giovane tennista ad aver vinto diverse finali su superfici diverse.
Alex Corretja ha affermato alla conclusione del match: “È stata una di quelle volte in cui sarebbe stato giusto il pareggio; una di quelle che sul 6-6 del quinto si dice è un trofeo per entrambi”. Andy Roddick nel suo podcast ha definito lo scontro come “una delle migliori partite di sempre”, sostenendo che Sinner e Alcaraz stanno portando negli ultimi anni il tennis a livelli forse mai visti prima. Le loro sfide sembrano inaugurare una nuova rivalità destinata a segnare il prossimo decennio del tennis mondiale.
Si è trattato sotto tutti i punti di vista di una finale particolarmente equilibrata, durante la quale Sinner ha fatto 193 punti e Alcaraz 192. La differenza è stata fatta dallo spagnolo in determinati momenti chiave del match, come nel tie-break del quinto set, dove ha saputo mantenere i nervi saldi e rischiare al momento giusto. L’esperto commentatore di tennis Emanuele Ricciardi ha sottolineato come Sinner abbia avuto un livello di gioco mediamente superiore, ma che Alcaraz abbia raggiunto picchi di rendimento più alti: “In uno sport in cui non tutti i punti sono uguali, questo è spesso ciò che separa la vittoria dalla sconfitta”.
In fondo il tennista italiano ha avuto tre consecutivi match point, tre occasioni in cui un solo punto avrebbe potuto consegnargli il titolo Slam in carriera, ma non è riuscito a concretizzarli. È un dettaglio che pesa, ma che non offusca l’enorme crescita e il cuore mostrati dal ventitreenne altoatesino, che proprio pochi mesi fa era diventato il primo italiano nella storia del tennis a raggiungere il numero uno del ranking ATP. Un altro dato significativo riguarda la superficie: la terra rossa del Philippe Chatrier è, almeno sulla carta, quella meno favorevole a Sinner, che si è formato principalmente sul cemento e indoor. Il fatto che sia riuscito a portare Alcaraz, uno specialista del rosso e cresciuto sulla terra spagnola, al suo limite è un segnale importante in vista dei prossimi tornei.
Questa finale non ha soltanto segnato un nuovo capitolo nella carriera di due dei giovani più talentuosi del circuito tennistico, ma ha anche offerto al pubblico mondiale una testimonianza vibrante della bellezza del tennis, fatta di tecnica, tenacia, emozione e rispetto reciproco. E soprattutto, ha confermato che il futuro del tennis è già qui, e parla spagnolo, ma anche italiano.
Monica Martini

Tennis - Roland Garros - Sinner - Alcaraz
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