Referendum 2025: niente quorum, l’affluenza si ferma al 30,6%
Un risultato finale in linea con i parziali della domenica, mai avvicinatisi a quelli dell'ultimo referendum in cui è stato raggiunto il 50%+1Non sono arrivate sorprese nella seconda e ultima giornata di voto per i cinque quesiti referendari abrogativi sui temi del lavoro e della cittadinanza per cui sono state aperte le urne ieri, domenica 8 giugno, e oggi. L’affluenza definitiva si è assestata infatti al 30,6%, venti punti lontana dal quorum necessario.
Il risultato finale è stato determinato in particolare da una domenica di votazioni decisamente sottotono, rispetto all’ultimo referendum abrogativo in grado di raggiungere il numero minimo di voti (quello del 2011 sull’acqua e l’energia nucleare, che aveva registrato un’affluenza del 54,8%). Alla chiusura delle urne delle 23 di ieri, infatti, si era recato ai seggi solo il 22,7% degli aventi diritto. Non ci sono stati scossoni nemmeno nella giornata di oggi, con le urne ancora aperte dalle 7 alle 15.
Un dato che si conferma anche analizzando i risultati dei singoli quesiti, nessuno dei quali ha raggiunto il quorum. In questo senso da segnalare è certamente il “flop”, almeno se analizzato secondo le aspettative dei partiti e comitati promotori del voto nei giorni scorsi, del quesito in cui si proponeva la riduzione dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana da parte dei cittadini stranieri da 10 a 5 anni. Sulle schede gialle, infatti, solo poco più del 60% dei votanti ha barrato il Sì, contro il plebiscitario 80% circa di tutti gli altri quesiti. Insomma, se nelle aspettative delle opposizioni il tema della cittadinanza rappresentava l’ultimo traino verso un quorum sulla carta difficilissimo da raggiungere, questa spinta non ha sortito l’effetto sperato.
Dal punto di vista geografico l’affluenza più alta si è registrata in Toscana, dove si è recato alle urne il 39,1% degli aventi diritto, seguita a ruota dall’Emilia-Romagna (38,1%) e da Piemonte e Liguria (35,2% e 35,1%). Fanalino di coda per voti raccolti è invece risultato il Trentino Alto-Adige (22,1%), complice una scarsissima partecipazione della Provincia Autonoma di Bolzano (15,9%), la provincia meno incline al voto di tutto il Paese. Precedono di poco il Trentino la Sicilia (23,1%) e la Calabria (23,8%). La provincia più votante è stata Firenze (46%), un dato in linea con quello delle grandi città, mediamente più sensibili al voto: Roma 34%, Milano 35,4%, Torino 39,3% e Napoli 31,8%. Da segnalare anche una più massiccia partecipazione al voto da parte delle donne rispetto agli uomini (31,5% contro 29,3%).
Non sono mancati, ovviamente, i commenti da parte dei principali protagonisti della scena politica. Primo in ordine cronologico ad esprimersi è stato il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha “anticipato” il risultato finale esultando per il mancato raggiungimento del quorum già nella mattinata di oggi, al grido di: “La cittadinanza non è un regalo”. Di tenore simile o identico anche la maggior parte dei commenti provenienti dalle forze della maggioranza. La segretaria del PD Elly Schlein, invece, vede il bicchiere mezzo pieno dal punto di vista dell’opposizione, dichiarando come 14 milioni di voti siano più di quelli raccolti da Fratelli d’Italia nelle scorse elezioni politiche.
Il dato di votanti in costante calo, nei referendum come in qualsiasi altro tipo di elezione, rappresenta un campanello d’allarme per la salute della politica e della democrazia del nostro Paese.
Giacomo Giraudo Cordero

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