Primo maggio: una giornata interamente dedicata ai diritti dei lavoratori
La celebrazione venne ufficializzata a Parigi il 20 luglio del 1889, dopo anni di lotte per migliorare le condizioni lavorative e ottenere le otto ore giornaliereIl 1° maggio di ogni anno viene celebrata la Festa dei lavoratori in molti paesi del mondo, per non dimenticare le lotte che hanno portato al riconoscimento dei diritti nelle realtà lavorative.
La conquista delle otto ore lavorative iniziò nel 1867 all’interno dello stato dell’Illinois, e gradualmente si espanse in tutto il territorio statunitense. Quindici anni dopo a New York venne organizzata una importante protesta, mentre nel 1884 gli stessi Knights of Labor decisero che l'evento di protesta avrebbe dovuto avere una ricorrenza annuale, senza però proporre ancora una data ufficiale. Nel 1886, in piena rivoluzione industriale, essendo la giornata lavorativa composta addiritura di 16 ore, anche per donne e minori, venne richiesta da movimenti sindacali, socialisti e anarchici una riduzione a otto ore. Il 1° maggio di quello stesso anno, negli Stati Uniti, fu proclamato uno sciopero generale, che provocò l’avvio della cosiddetta “Grande Rivolta”, destinata a cambiare la storia del lavoro moderno.
Fu a Parigi il 20 luglio del 1889, grazie ad un’idea lanciata dal Congresso della Seconda Internazionale, che venne dichiarato che il primo maggio sarebbe diventato ufficialmente la giornata annuale dedicata al lavoro. Nel mondo cattolico nel 1955, papa Pio XII istituì per tutta la Chiesa cattolica la festa di San Giuseppe lavoratore, in modo da far sentire ancora più forte il sentimento di appartenenza per tutti i cattolici.
In Italia, la Festa dei lavoratori venne celebrata per la prima volta nel 1891, senza però mai essere davvero istituzionalizzata. Era un periodo che sicuramente si caratterizzava per diverse importanti lotte, come quella per la rivendicazione del voto, il suffragio universale, la battaglia contro il colonialismo e per far terminare la guerra mondiale. Durante il ventennio fascista, a partire dal 1923, tentò di frettare l’entusiamo dei lavoratori per via delle origini socialiste delle celebrazioni, anticipando la commemorazione al 21 aprile, in coincidenza con il Natale di Roma, proibendo ogni manifestazione. Con la caduta del fascismo, la celebrazione venne di nuovo spostata alla sua storica data del 1° maggio, diventando ufficialmente anche festa nazionale.
Mondialmente, al giorno d’oggi, ci sono diversi Paesi nei quali questa giornata non viene ancora celebrata ufficialmente. Negli Stati Uniti e nel Canada, per prendere le distanze dalle origini socialiste legate alla data originale a maggio, il Labor Day è stato fissato per il primo lunedì di settembre, nonostante la ricorrenza sia nata proprio negli USA. In Nuova Zelanda si festeggia in ottobre, nella terra australiana il giorno varia a seconda degli Stati, mentre nei Paesi Bassi, in Giappone e in Danimarca vengono semplicemente organizzate alcune piccole celebrazioni da parte dei partiti, sindacati o associazioni, non essendo una ricorrenza festiva ufficiale.
Monica Martini

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