Il paradosso economico italiano tra stipendi bassi e costi elevati

Il recente report “Mapping the World’s Prices” di Deutsche Bank, che analizza prezzi, salari, affitti e qualità della vita in sessantanove città chiave per l’economia globale, dipinge un quadro preoccupante per l’Italia. Nonostante il Bel Paese sia rinomato per la sua bellezza e cultura, la fotografia economica che emerge è quella di un paese con stipendi netti tra i più bassi a livello globale, a fronte di costi della vita spesso allineati o superiori a quelli di nazioni con redditi ben più elevati.

Secondo lo studio, il salario netto mensile medio in Italia si attesta intorno ai 2.046 dollari, posizionando il paese al 44° posto su 69. Per fare un confronto, Ginevra e Zurigo, città svizzere, vantano stipendi netti di quasi 8mila dollari. E qui sta il paradosso: mentre in Svizzera si guadagna molto di più, il costo di beni come un iPhone 16 Pro (128 GB) è addirittura inferiore (1.230 dollari in Svizzera contro i 1.361 dollari in Italia). Questa dinamica si ripete per diversi beni e servizi: un vestito estivo in una catena d'abbigliamento costa solo 7 dollari in meno in Italia rispetto a Ginevra, e un abbonamento mensile in palestra è quasi lo stesso prezzo. Anche un pasto al McDonald's è più caro in Italia (14 dollari) rispetto a New York (12 dollari) o Londra (10 dollari).

Non sono solo gli smartphone e i vestiti a pesare sul portafoglio degli italiani. Le utenze di base (elettricità, acqua, rifiuti, aria condizionata) per un appartamento di 82 m² ammontano in media a 218 euro al mese, posizionando l'Italia nella parte alta della classifica (23° posto). Anche i trasporti pubblici e l’abbigliamento incidono negativamente sul potere d’acquisto. Questa combinazione di stipendi modesti e costi elevati si riflette in una qualità della vita che posiziona l'Italia al 41° posto su 69 paesi analizzati. La classifica, che tiene conto di fattori come il sistema sanitario, la sicurezza, l’inquinamento e il costo della casa, vede ai primi posti Lussemburgo, Copenaghen, Amsterdam, Vienna e Helsinki.

In un panorama economico così sfidante, emergono due piccole eccezioni che offrono un po’ di sollievo agli italiani: il cappuccino e il vino. L’Italia si distingue per avere tra i prezzi più bassi per queste due bevande. Un cappuccino costa in media 1,79 dollari, posizionandoci al 68° posto su 69, mentre una bottiglia di vino costa in media 4,6 dollari, facendoci guadagnare il primo posto come paese più economico per l'acquisto di vino.

La “dinamica squisitamente italiana” di prezzi alti e redditi bassi sta esasperando la popolazione. Secondo i dati Istat, nel 2024 il 23,1% della popolazione italiana è a rischio di povertà o esclusione sociale, un dato in crescita rispetto al 22,8% del 2023. Il cuore del problema è il reddito: nel 2023 il reddito medio delle famiglie è stato di 37.511 euro, registrando un calo in termini reali.

Il report di Deutsche Bank sottolinea quindi una realtà complessa per l’Italia, dove la discrepanza tra il potere d’acquisto dei cittadini e il costo della vita quotidiana rappresenta una sfida significativa, mettendo in evidenza la necessità di affrontare il tema dei salari per garantire una maggiore stabilità economica e sociale.

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