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ITALIA - Monday 15 December 2025, 16:09

“Giù le mani dal nostro patrimonio Unesco, i ristoratori romani e italiani non ci stanno”

Claudio Pica, presidente dell’Accademia Italiana della Pasta, replica alle dichiarazioni del critico Giles Coren, che ha paragonato il cibo italiano a “una truffa”
“Giù le mani dal nostro patrimonio Unesco, i ristoratori romani e italiani non ci stanno”

“Apprendiamo con grande stupore che sul sito della Bbc, nella sezione Good Food dedicata alla cucina, è stata pubblicata in bella vista la ricetta della ‘cacio e pepe’, iconico piatto della tradizione romana e laziale e tra i fiori all’occhiello della nostra cucina italiana, tanto da essere replicato anche fuori dai confini nazionali”, è così che i ristoratori romani esordiscono alla scoperta dell’inserimento del piatto sulla piattaforma più conosciuta della Gran Bretagna. Una scoperta piacevole e curiosa, che sembrerebbe contribuire alla diffusione della cultura gastronomica italiana al di fuori dei confini del Paese, se non fosse che, come riporta il responsabile della Federazione degli esercenti Claudio Pica nella ricetta diffusa dalla Bbc sono riportate le seguenti indicazioni, “preparate una semplice cacio e pepe per un pranzo veloce. Con quattro semplici ingredienti - spaghetti, pepe, parmigiano e burro - otterrete un classico che non può mancare nella dispensa”.

“Spiace smentire, ma la ricetta originale e originaria della cacio e pepe esclude la presenza di parmigiano e burro - evidenzia Pica, anche presidente dell’Accademia Italiana della Pasta -. Gli ingredienti non sono quattro bensì tre: pasta, pepe e pecorino. Poi ci sono le interpretazioni personali degli chef che spesso si dilettano con evoluzioni, ma questa prospettiva è da addetti ai lavori e non entriamo nel merito. Ci soffermiamo invece sul fatto che la Bbc proponga agli utenti la ricetta come fosse quella originaria, e non una delle possibili varianti del piatto, e che addirittura suggerisca di realizzarla con tanto di video che illustra i vari passaggi e la composizione del risultato finale”.

In questi giorni Pica si è ritrovato, però, pure ad affrontare una seconda polemica scoppiata a causa delle dichiarazioni del critico gastronomico Giles Coren, riportate sul quotidiano britannico The Times all’interno di un articolo intitolato “Il cibo italiano è una truffa: proteggiamo la nostra raffinata cucina inglese”. “A quanto pare nel Regno Unito non hanno digerito la nomina della cucina italiana patrimonio immateriale dell'Umanità, è la reazione piccata e scomposta del critico gastronomico inglese, alla faccia del bon ton e dello small talk - commenta il responsabile della Federazione degli esercenti -. Giù le mani dal nostro patrimonio Unesco, i ristoratori romani e italiani non ci stanno, l'Inghilterra se ne faccia una ragione. Anzi, rinnoviamo l'invito a Roma a Sua Maestà Carlo III per degustare un autentico e tradizionale piatto della cucina romana e italiana”.

A seguito del conferimento del riconoscimento Unesco alla cucina italiana, la fondazione dell’Accademia dedicata alla pasta è stata definita - dallo stesso Pica - come un progetto strutturato che punta a preservare, diffondere e insegnare la vera cultura gastronomica italiana, valorizzando i prodotti tipici, le tecniche tradizionali, le ricette originali, la sua qualità e sostenibilità. Tra le iniziative in programma che verranno adottate dall’Accademia figura anche un progetto di scambio formativo dedicato ai cuochi stranieri, in modo da permettere loro di viaggiare fino a Roma per studiare sul campo i segreti delle preparazioni tradizionali; un progetto che mira a contrastare in modo concreto le distorsioni che nascono spesso all’esterno delle mura italiane, che portano a far nascere la convinzione che determinati piatti o prodotti alimentari siano collegati a nomi e immagini del nostro Paese, senza in realtà avere alcun legame reale con il Made in Italy.

Monica Martini
luogo Italia
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Tag:
UNESCO - Polemica - Gran Bretagna - cucina - Claudio Pica - Giles Coren - Accademia della Pasta - Gatsronomia
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