Entro il 2030 la Sardegna potrebbe diventare al 100% rinnovabile
L’obiettivo è quello di rendere il sistema elettrico dell’isola completamente alimentato da fonti sostenibili, eliminando l’uso di combustibili fossiliGià a inizio marzo sono stati esposti diversi scenari realistici per trasformare il sistema energetico della Sardegna entro il 2030. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere l’intero sistema elettrico completamente alimentato da fonti rinnovabili, eliminando l’uso di combustibili fossili. Per quando questo traguardo sia molto difficile da raggiungere nelle altre regioni italiane, nell’isola sembra tecnicamente perseguibile; un cambiamento ancora più importante se si pensa che quelle terre non possiedono una rete di distribuzione di gas metano, rendendo l’elettrificazione estremamente richiesta dal settore civile e dalle attività produttive.
Il cambiamento che porterebbe a un utilizzo al 100% di energie rinnovabili è stato dimostrato possibile dai dati scientifici conseguiti dallo studio “Analisi di possibili traiettorie per la transizione energetica in Sardegna” realizzato dal Politecnico di Milano, dall’Università di Cagliari e dall’Università di Padova e commissionato dal coordinamento Fonti rinnovabili ed efficienza energetica (Free) in collaborazione con il Consorzio italiano biogas e Italia solare.
Tre sono i comportamenti da adottare, secondo la ricerca, per centrare i risultati perseguiti: incrementare la capacità solare ed eolica già installata, ricorrere a sistemi di accumulo energetico, e attuare senza ritardi i piani di sviluppo del sistema di distribuzione e della Rete di trasmissione nazionale (RTN). Tutto ciò potrebbe provocare una riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 62% con conseguenze sul prezzo medio zonale dell’energia elettrica che scenderebbe da 108,3 euro/MWh del 2024 a 66,4 euro/MWh nel 2030, provocando un risparmio annuo in bolletta del 20% per una famiglia tipo.
Uno degli scenari possibili verso l’energia rinnovabile prevede la chiusura di tutti i grandi impianti termoelettrici e un’espansione della capacità fotovoltaica fino a 7 GWp, mentre per quella eolica fino a 4 GWe. Una seconda alternativa vincola il mantenimento della centrale Sarlux, che utilizza sottoprodotti di raffineria per produrre elettricità, al funzionamento di tipo baseload. La terza configurazione mantiene anch’essa la presenza di Sarlux e la conversione a gas dell’impianto di Fiume Santo, attualmente a carbone. Infine nel quarto scenario la ripresa del polo industriale dell’alluminio dipende dal fatto che i consumi possono essere soddisfatti da impianti dedicati e si verifica la compatibilità della configurazione con i limiti alle emissioni.
Alfredo Piattelli, presidente di Free, dichiara: “È importante che i decisori politici favoriscano la scelta 100% rinnovabili, oggi invece compromessa dalla legge sulle aree idonee recentemente approvata dalla giunta regionale, ed evitino una riconversione a metano delle attuali centrali a carbone, che produrrebbe solo costi inutili a carico di cittadini e imprese”.

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