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ITALIA - Friday 08 August 2025, 10:34

Dopo l’eruzione del Vesuvio, Pompei fu di nuovo abitata

Alcune nuove tracce emerse nel cantiere dell’Insula Meridionalis sostengono l’ipotesi che vecchi residenti e persone senza dimora siano tornati nella città devastata fino al V secolo
Dopo l’eruzione del Vesuvio, Pompei fu di nuovo abitata

Pompei fu rioccupata abitata dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. Questa ipotesi nasce da nuovi ritrovamenti emersi nel cantiere dell’Insula Meridionalis. Sembrerebbe ora che diversi abitanti della cittadina sopravvissuti che probabilmente non avevano modo di ricominciare una nuova vita altrove, insieme ad altre persone provenienti da luoghi più lontani che non possedevano una loro dimora, sono tornati a insediarsi nell’area devastata soggiornando all’interno dei piani superiori riaffioranti ancora tra la cenere, forse con la speranza di ritrovare oggetti preziosi.

La soluzione è stata sicuramente precaria, in quanto il paese era ormai distrutto, inospitale e non era più provvisto delle infrastrutture, dei servizi tipici di una qualsiasi città romana dell’epoca; dopo il V secolo il territorio infatti venne completamente abbandonato, forse in concomitanza con una nuova devastante eruzione chiamata “di Pollena”. Tale ipotesi era già stata avanzata più volte in passato, ma al giorno d’oggi sembrerebbe confermata grazie alle nuove scoperte nell’ambito dei lavori di “Messa in sicurezza, restauro e consolidamento dell’Insula Meridionalis”, come racconta un articolo pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei. Nelle antiche dimore quindi sarebbe tornata vita, con i pianterreni trasformati in scantinati e caverne, nei quali allestire mulini, forni e focolari.

Oltre a un posto per vivere, Pompei offriva la possibilità di scavare nel sottosuolo, dove potevano emergere oggetti di valore, ma anche corpi di vittime dell’eruzione in decomposizione. Nonostante l’imperatore Tito affidò a due ex consoli quali “curatores Campaniae restituendae” il progetto di rifondazione, il tentativo si rivelò un fallimento, in quanto il sito non riuscì mai più a rifondare il centro vitale che era stato in passato.

Il direttore del sito e co-autore dell’articolo sulle nuove scoperte, Gabriel Zuchtriegel, dichiara: “L’episodio epocale della distruzione della città nel 79 d.C. ha monopolizzato la memoria Le tracce flebili della rioccupazione del sito sono state letteralmente rimosse e spesso spazzate via senza alcuna documentazione. Grazie ai nuovi scavi il quadro diventa ora più chiaro: riemerge la Pompei post 79, più che una città un agglomerato precario e grigio, una specie di accampamento, una favela tra le rovine ancora riconoscibili della Pompei che fu. Noi archeologi in questi casi ci sentiamo come gli psicologi della memoria sepolta nella terra: tiriamo fuori le parti rimosse dalla storia”.

“Oggi recuperiamo una parte rimossa dalla memoria. Fino a oggi si cercava il momento perfetto: gli affreschi intatti, le stanze congelate nel tempo.ma ora emerge una Pompei divers, più umana, più faticosa: quella della sopravvivenza”, aggiunge Zuchtriegel.

Monica Martini
luogo Italia
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Tag:
Storia - Romani - Pompei - Ritrovamenti - Vesuvio
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