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ITALIA - Tuesday 29 July 2025, 09:18

I moniti di Thomas Mann all’Europa

Nel 2025 si ricordano i 150 anni dalla nascita di uno dei più grandi intellettuali europei
Thomas Mann
Thomas Mann

Nel 2025 si celebrano due importanti anniversari legati a Thomas Mann: i 150 anni dalla sua nascita (6 giugno 1875) e i 70 anni dalla sua morte (12 agosto 1955). Questi eventi sono accompagnati da celebrazioni culturali e letterarie in tutto il mondo. In particolare, città come Davos, legata alla sua opera “La montagna incantata”, promuovono eventi speciali, così come istituzioni culturali in Germania, Italia, e altrove. È stata inoltre creata una piattaforma internazionale (MANN 2025) per raccogliere e promuovere le iniziative legate al 150° anniversario, favorendo una riflessione critica sulla sua figura e il suo lascito letterario e politico.

Thomas Mann è stato, infatti, una delle voci più lucide e coraggiose nel mettere in guardia l’Europa dai pericoli che incombevano sul suo destino, specie negli anni tra le due guerre e durante l’ascesa dei totalitarismi. Attraverso romanzi, discorsi pubblici e interventi politici, Mann ha denunciato la minaccia rappresentata dal nazionalismo, dal fascismo e dal cedimento dei valori democratici.

Già nel 1922, con la celebre conferenza Von deutscher Republik, Mann pronunciò un chiaro appello alla responsabilità democratica, invocando un impegno culturale e morale verso la libertà e la tolleranza contro le nostalgie per il passato e i rigurgiti autoritari. Quell’intervento fu accolto come una svolta e rimane ancora oggi un esempio di partecipazione civile e responsabilità degli intellettuali. In "Moniti all’Europa" (raccolta di conferenze, discorsi e radiomessaggi dal 1922 al 1945) Mann denuncia il nazifascismo, il nazionalismo aggressivo, il fanatismo e la perdita di valori democratici in Europa, indicando la necessità di un "umanesimo militante" come antidoto al tracollo della civiltà. Nella sua opera più famosa, il romanzo "La montagna incantata"2 (Der Zauberberg, 1924), ritrae una società europea in crisi morale, spirituale e culturale, dominata da malattia e decadenza. Il conflitto tra ragione e fanatismo, progresso e barbarie, fa da sfondo a una riflessione profonda sul rischio imminente di un tracollo della civiltà europea.

Nel corso dell’esilio americano, Mann si impegnò in una serie di conferenze, tra cui The Coming Victory of Democracy, sostenendo che la democrazia avrebbe dovuto essere difesa con coraggio e determinazione dalla minaccia dei suoi nemici interni ed esterni. Riteneva che la libertà non potesse essere semplicemente proclamata, ma doveva essere “presa in mano e difesa contro i suoi mortali nemici”. Solo così si sarebbero evitate la tragedia della guerra e la distruzione della civiltà europea.

Oggi, a 150 anni dalla sua nascita, le preoccupazioni di Thomas Mann tornano drammaticamente attuali. L’avanzata dell’estrema destra, il riemergere di nazionalismi, revisionismi storici e attacchi alla democrazia in molti paesi europei ripropongono scenari che Mann aveva profetizzato con lucidità. La sua convinzione che la civiltà europea debba essere un modello di apertura, dialogo tra culture e difesa delle libertà resta un messaggio imprescindibile per il nostro tempo.

Mann ci insegna che l’Europa non è immune dai fantasmi del passato e che il compito degli intellettuali e dei cittadini è quello di esercitare costantemente la vigilanza critica per preservare la democrazia e la dignità umana. Nelle sue opere ha espresso alcune delle più profonde critiche sulla decadenza della civiltà europea, identificando in modo lucido i segnali e le cause di tale crisi. Le sue analisi trovano oggi nuovi e inquietanti parallelismi con la situazione attuale. Mann, ad esempio, ha spesso sottolineato una perdita di valori morali condivisi e di una direzione spirituale nell’Europa del suo tempo. In “La montagna incantata”, la malattia dei personaggi riflette la malattia della società: lassismo, individualismo, materialismo e relativismo etico sono rappresentati come sintomi di una società priva di forti radici spirituali.

Mann ammoniva anche contro il ritorno di un nazionalismo cieco e distruttivo, considerato da lui non solo come una minaccia politica ma anche come una degenerazione culturale. Sottolineava come il rifiuto del dialogo e dell’apertura fosse preludio all’intolleranza e alla violenza. Nei suoi saggi e romanzi, Mann ha denunciato con insistenza il rischio di un abbandono della ragione in favore di pulsioni irrazionali, di fanatismo e demagogia. L’incapacità di mantenere un dibattito razionale era, secondo lui, uno dei segnali più evidenti della crisi europea.

Il crescente discredito creato intorno alle istituzioni democratiche, il populismo e la polarizzazione politica richiamano i timori di Mann sul cedimento delle basi della convivenza civile.  La crisi dell’autorità morale delle élite culturali e la diffusione di un relativismo radicale ricordano da vicino l’ansia di Mann per una cultura incapace di proporre modelli convincenti e una guida etica affidabile. La tendenza all’incomunicabilità tra gruppi sociali e politici - favorita dai social media e dalle “echo chambers” - rimanda al pericolo descritto da Mann di una società che si chiude nel proprio particolare, perdendo la capacità di confronto costruttivo.

Le iniziative organizzate nel 2025 per ricordare gli anniversari legati a Thomas Mann non devono limitarsi alla dimensione celebrativa, ma diventare preziose occasioni per comprendere le fragilità della civiltà europea di oggi rispetto ai pericoli di regressione, intolleranza e smarrimento dei valori fondamentali. Devono essere fonte di ispirazione per affrontare le sfide attuali evidenziando elementi fondamentali ancora oggi cruciali per la salvaguardia della civiltà europea e della sua democrazia.

Michele Pernice
luogo Italia
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Tag:
europa - scrittore - anniversario - Premio Nobel - Thomas Mann
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