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ITALIA - Sunday 18 May 2025, 12:29

Due Italie più una. Come l’Eurovision racconta l’anima di un Paese diviso a metà

Chi pensava che la canzone di Gabry Ponte avrebbe sbaragliato è stato clamorosamente smentito. Con Lucio Corsi fa breccia in Europa il garbo della “bella Italia”
Due Italie più una. Come l’Eurovision racconta l’anima di un Paese diviso a metà
Non soltanto la politica: anche un evento come l’Eurovision Song Contest propone al mondo visioni contrastanti dell’Italia. Da una parte il garbo introspettivo e colto della canzone di Lucio Corsi, che rappresentava ufficialmente il nostro paese, dall’altra la spavalderia giullaresca della canzone di Gabry Ponte, in corsa per San Marino ma molto amata dagli italiani. L’Italia degli intellettuali, degli scrittori, dei filosofi e l’Italia delle spiagge e delle feste popolari.
 
Anche se qualcuno ha cercato di “nobilitare” con significati metaforici il testo di Ponte, non c’è dubbio che la scrittura di Corsi sia molto più raffinata, innovativa, poetica. Così in “Volevo essere un duro” leggiamo versi come: “Ma non ho mai perso tempo / È lui che mi ha lasciato indietro oppure Invece che una stella, uno starnuto / I girasoli con gli occhiali mi hanno detto / ‘Stai attento alla luce’ / E che le lune senza buche / Sono fregature / Perché in fondo è inutile fuggire / Dalle tue paure”. Ben diversi da quelli che leggiamo nel testo di Gabry Ponte: “Siamo tutti dei bravi ragazzi, a posto / Spaghetti, vino e Padre Nostro… oppure Lasciateci ballare con un bicchiere in mano / Domani poi ci pentiamo a dirci ‘ti amo’”.
 
Due mondi espressivi e culturali che hanno davvero ben poco in comune. D’altra parte è lo stesso Ponte, in un verso, a definire la sua canzone “sta roba”: “Ma con sta roba ci salta tutta l’Italia, tutta l’Italia”. Ed è proprio vero, tutta l’Italia ha ballato e continua a ballare al ritmo di “sta roba”. Curiosamente San Marino quest’anno rappresenta il “cuore profondo” italiano meglio dell’Italia stessa, grazie anche alla collaborazione tra la Rai e la televisione di San Marino. Nella competizione tra Ponte e Corsi ha fatto irruzione Tommy Cash, il cantante che per l’Estonia ha presentato all’Eurovision Song Contest Espresso macchiato, una parodia degli stereotipi affibbiati all’Italia in giro per il mondo, tra amore, caffè, ristoranti, italiani un po’ fanfaroni un po’ latin lover. Oltre alle due Italie che si confrontano sul campo nella nostra penisola, aleggia quindi una terza Italia, di impronta più italo-americana, fatta di mafia, pizza, spaghetti. A preoccupare non è questa oleografia patetica, ma la crescente radicalizzazione in Italia del conflitto sulla cultura, fra chi pensa che troppo a lungo sia stata un feudo della sinistra e chi nega ogni credibilità alla cultura “di destra”, fra chi si arrocca nella difesa della cultura “alta” e chi la assedia esaltando una presunta cultura “popolare” ispirata a parole pericolose (perché facilmente manipolabili) come tradizione e identità. Il ministro della cultura, Alessandro Giuli, ha recentemente dichiarato che il 30% degli italiani sono rappresentati, oltre che da un governo solido e con grandi prospettive, da un’identità culturale, quello che fino a pochi anni fa era rubricato a sottocultura antisistema.
 
Chi pensava che all’Eurofestival la canzone di Gabry Ponte avrebbe sbaragliato e San Marino avrebbe surclassato l’Italia, è stato clamorosamente smentito: il brano “Tutta l’Italia” è stato il più votato con il televoto in Italia, ma ben poco nel resto d’Europa e nella graduatoria finale si è classificato ultimo, al 26° posto. “Volevo essere un duro”, invece, è stato molto apprezzato dalle giurie nazionali - che ne hanno riconosciuto la qualità - e si è classificato al 5° posto, un piazzamento inatteso per un brano così lontano dai lustrini e dalle scenografie kitsch del festival. Questo risultato è un invito alla riflessione per chi, nel nostro paese, ironizza sugli intellettuali e sbeffeggia attori, scrittori, registi. Il nostro Paese, che spesso nei collegamenti con le giurie nazionali, è stato definito “La bella Italia”, è apprezzato e stimato per la qualità delle sue espressioni culturali, della sua capacità di rielaborazione in chiave contemporanea di una straordinaria eredità culturale. Ben diverse da tante imbarazzanti esibizioni, a cominciare da quelle della Polonia, di Malta, della stessa Spagna.
 
Non l’Italia spavalda e un po’ cafona, ma l’umiltà di un ragazzo garbato e colto hanno fatto breccia in Europa: “Io, io volevo essere un duro / Però non sono nessuno / Non sono altro che Lucio”. Una lezione da ricordare.
Michele Pernice
luogo Italia
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Tag:
musica - cultura - Gabry Ponte - Lucio Corsi - Eurovision Song Contest - eurovision - Tommy Cash - Tutta l'Italia - Volevo essere un duro - Espresso Macchiato - Alessandro Giuli
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