Ingegnere italiano rapito da Haiti, chiesto un riscatto di 500mila dollari
L'ingegnere italiano è stato rapito da una gang mentre stava lavorando alla costruzione di una stradaMezzo milione di dollari, è questo il riscatto chiesto per liberare Vanni Calì, l’ingegnere italiano rapito ad Haiti mentre stava lavorando in un cantiere.
Calì, 74 anni si trovava sul posto per conto di una ditta di costruzioni incaricata della costruzione di una strada. Probabilmente assieme all’uomo è stata prelevato anche un tecnico che era a lavoro sullo stesso sito. Secondo gli investigatori del posto gli autori del sequestro sarebbero i membri di una gang locale chiamata 400Mawozo. La gang non è nuova a rapimenti del genere che, generalmente, sono sempre andati a buon fine dopo qualche settimana di mediazione.
Nonostante tutto però in Sicilia la famiglia di Calì sta vivendo ore terribili ed è in costante contatto con l’unità di crisi della Farnesina in attesa di notizie.
Haiti un paese governato dalle gang
Haiti è un paese estremamente povero e non sorprende, quindi, che rapimenti del genere siano praticamente all’ordine del giorno. L’opportunità di “soldi facili” ha attirato buona parte della criminalità del paese caraibico, al punto che solo l’anno scorso i sequestri di persona con relativo riscatto sono stati ben 243. Come già detto dopo qualche settimana di trattative, generalmente, i rapitori scendono a compromessi con le autorità e gli ostaggi vengono liberati senza problemi ma, indubbiamente, la paura e il dubbio restano. I 400Mawozo sono una delle moltissime gang che “governano” Haiti e dettano le regole della città e della sua "economia criminale”. Tra rapimenti, furti, rapine e quant’altro l’estrema povertà di un paese viene contrastata con attività criminali che, per i rapimenti ad esempio, possono essere decisamente redditizie.
Al momento non ci sono altre notizie riguardo alla sorte di Vanni Calì ma fonti interne dicono che sono in corso delle delicate trattative per riportate al più presto l’ingegnere a casa. Come già detto le trattative potrebbero andare avanti qualche settimana, nella speranza che l’incubo finisca al più presto e l’uomo possa tornare quanto prima dalla sua famiglia.
Redazione

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