Venezia si mobilita per salvare Mimmo: tutti gli occhi puntati sul delfino della laguna
Nel mese di giugno la creatura marina è stata avvistata per la prima volta nelle acque che circondano l’arcipelago. La priorità, da allora, è quella di portarla verso il mare apertoChe sia maschio o femmina, certo è che un delfino dal mese di giugno si sta facendo strada arrivando fino al bacino di San Marco a Venezia. Così Mimmo - com’è chiamato da tutti - o Mimma, è diventato il vero protagonista della Serenissima in questi giorni per tutti gli abitanti, i turisti, ma anche per tutte le persone che l’hanno conosciuto dietro uno schermo, in quanto diventato ovviamente molto virale.
Avvistato per la prima volta dal tassista d’acqua Manuel Tiffi, all’inizio si pensava che la creatura marina si fosse persa e avesse raggiunto per sbaglio l’arcipelago. Ma da allora la sua presenza sta diventando sempre più assidua, mentre le sue immagini popolano sempre di più i social, un fenomeno che porta persino alla creazione di tour, organizzati proprio per cercare di avvistarlo e scattare un selfie.
Per quanto un animale così bello possa creare curiosità e entusiasmo tra tutti, è importante non tralasciare anche le preoccupazioni riguardo le sue condizioni all’interno della laguna. Su Facebook è nato l’appello “Salviamo il delfino!”, lanciato da Cristina Romieri, che invita a non trattare il delfino come un’attrazione turistica.
Innanzitutto è ovvio come il traffico acqueo potrebbe rivelarsi molto pericoloso per lui, senza contare il suono dei motori dei battelli e delle barche, capaci di causare un’alta qualità di stress nelle specie marine, rendendo difficile comunicare con i propri simili. Il Cert di Legnaro e la Guardia Costiera, impegnati nel continuo monitoraggio della specie protetta, invitano i naviganti a mantenere le distanze: “I suoi movimenti - spiegano gli operatori che stanno tentando di guidarlo verso il mare aperto - sono regolari e si alimenta normalmente. Chiediamo di segnalarci tutti i comportamenti scorretti”.
“A chi crede ancora che i delfini sorridano e siano contenti di essere avvicinati facciamo presente che quella è solo la loro naturale conformazione del volto - precisa Romieri -. Bisogna riportarlo nel suo ambiente più naturale e più salubre”. Ancha Tiffi, presidente dell’associazione Taxi sostituti Venezia evidenzia come: “Noi ormai tra tassisti segnaliamo dove lo vediamo, per avvertire di stare attenti. Sembra non avere timore, perché a volte spunta proprio davanti alla prua”.
Già negli scorsi mesi, il Cert aveva provato a guidarlo verso l’oceano “adottando protocolli internazionali”, un’operazione che tuttavia per ora non ha mai riscontrato successo. Le indicazione da rispettare rimangono quelle di non avvicinarsi di almeno 50 metri, di non offrirgli cibo né lanciare oggetti e di non “attirare l’attenzione del mammifero con urla, rumori o colpi sull’imbarcazione in alcun modo”.
Il delfino, nonostante non si sia allontanando da Venezia - secondo gli esperti - non è sereno e felice. “Sembra che pur di trovare cibo con facilità i delfini seguano le barche, sopportando il rumore che per loro è molto fastidioso. Quindi è probabile che rimanga perché riesce a mangiare la sua dose di qualche chilo di pesce al giorno. Resta da capire perché sia qui da solo, appartiene a una specie che vive in branchi. O è confuso o pur di mangiare si sta adattando a un nuovo ambiente”, precisa il professore di Ecologia di Ca’ Foscari, Fabio Pranovi.
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