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    ITALIA - Monday 11 August 2025, 11:08

    Un mondo per ricchi abitato da poveri

    In molti settori, compreso il turismo, da qualche anno si guarda più ai prodotti per ricchi che a quelli per la classe media
    Un mondo per ricchi abitato da poveri

    Ormai da qualche anno un folto numero di architetti, designer, artigiani, imprenditori di vario genere è attratto dal mercato per i super ricchi globali, che si riconoscono nel modello Dubai, ma che ritroviamo a Milano, Londra, Miami, New York. Finchè la tendenza riguarda le capitali del lusso nel mondo, poco importa al resto dell’umanità. Ma quando la tentazione del lusso varca quei confini e si allarga a molte parti del mondo, il fenomeno diventa complesso e pericoloso. Limitiamoci all’Europa e all’Italia. Il tanto (e giustamente) osannato “Made in Italy” si sta concentrando su prodotti di alta gamma, dall’arredamento al vino alla moda. Anche il settore turistico sembra aver intrapreso questa strada, privilegiando investimenti in alberghi, villaggi e ristoranti  in stile “luxury”. Indubbiamente la richiesta di prodotti e location di alta gamma “made in Italy” è forte, quindi le scelte imprenditoriali sono giustificate e possono alimentare una catena produttiva che porta benessere ad alcuni settori dell’economia . Facciamo ancora un passo in avanti nella nostra riflessione. Ben vengano in Italia sceicchi o altri super ricchi globali a comprare lampadari, scarpe, abiti, mobili, vini costosissimi, ben vengano in alberghi e ristorante pluristellati.

    Ma questo basta a far funzionare bene l’economia di un paese come l’Italia? Se crolla il mercato dei prodotti per la classe media e quindi va in crisi l’industria ( nel 2024 la produzione industrial ha fatto registrar una contrazione del 4%), se va in crisi il turismo della classe media e quindi alberghi e ristoranti “medi” vanno in crisi, che cosa ci possiamo aspettare per il futuro? Che l’Italia diventi una boutique o un resort di extralusso può affascinare e arricchire qualcuno, ma gli altri? Viene da pensare alle parodie di Briatore fatte da Maurizio Crozza. Per qualche super ricco e per la sua corte di fornitori e animatori gli “altri”, cioè il 99% dell’umanità, sono uno sfondo, comparse su scene di volta in volta diverse, più colorate, meno colorate. A volte queste comparse possono anche diventare sgradevoli, invadenti, quindi meglio starne alla larga, ignorandole. Per farle stare “buone”, si può dare loro in pasto un po’ di musica, un po’ di guerra, un po’ di gossip: argometi sufficienti a distogliere l’attenzione dal problema più grande dei nostri tempi: la distribuzione sempre più abnorme della ricchezza, concentrata in pochissime mani (per lo più ignote) e in grado di influenzare scelte politiche, economiche, culturali ai più alti livelli. 

    Quanti intellettuali, spesso in buonafede, finiscono per diventare strumenti di disegni che vanno ben oltre gli obiettivi dichiarati e, a volte, che si propongono addirittura obiettivi opposti a quelli dichiarati. Niente di nuovo sotto il sole, qualcuno obietterà: da sempre soldi e potere appartengono a élite più o meno individuabili. Il fenomeno, tuttavia, oggi è molto più pericoloso perchè queste élite hanno nelle loro mani un’arma potente come quella di internet e dell’intelligenza artificiale. E se dai super ricchi la moda, il gusto del “lusso” investe le spiagge, le valli alpine, le città siamo messi male. Se anche i ristoranti dei piccoli centri, delle valli più sperdute, i negozi, gli artigiani si lasciano sedurre dall’idea di privilegiare la clientela ricca e quindi propongono offerte e prodotti a prezzi più alti, le conseguenze possono essere amare per tutti: per gli stessi imprenditori, perchè perdono una fascia di pubblico importante e per gli utenti medi, frustrati dal dover rinunciare a proposte ormai troppo care per le loro tasche.

    Circa il 5% della popolazione italiana possiede metà della ricchezza nazionale, secondo il Corriere della Sera. Si tratta di persone con patrimoni elevati, che spesso comprendono milionari e multimilionari, secondo Family Business Forum.  Il 60,5% degli italiani si identifica come appartenente alla classe media, secondo il CENSIS. Questa categoria comprende coloro che hanno un reddito medio o medio-alto e un patrimonio che consente un tenore di vita confortevole. D’altro canto si stima che 5,6 milioni di persone, quindi il 10% della popolazione, vivano in condizioni di povertà estrema, secondo Valori - Notizie di finanza etica ed economia sostenibile. Inoltre, il divario tra ricchi e poveri è in aumento, con una crescita della ricchezza concentrata nelle mani di pochi e un aumento delle persone che lottano per soddisfare i bisogni primari. Quattordici milioni di italiani, quindi un quarto della popolazione, sono “a rischio povertà”.

    Il pericolo, concreto, è che la maggior parte degli italiani (ma la percentuale è simile in altri stati europei) diventi sempre più insofferente nei confronti del 5% che detiene una quantità crescente di ricchezza e che si crei tensione sociale. Fortunatamente, grazie alla proverbiale creatività e adattabilità degli italiani, in molte parti del paese si stanno sperimentando forme di economia sussidiaria e sostenibile, alternative al mercato tradizionale. Basate sullo scambio e sul riciclo, si concentrano sulla minimizzazione degli sprechi e sull'uso efficiente delle risorse, promuovendo modelli che si discostano dal tradizionale schema lineare "produci-consuma-getta”. Sono sperimentazioni che si stanno diffondendo, basti pensare al successo degli swap party, incontri in cui si scambiano vestiti usati. Anche in ambito turistico, pur tenendo conto della complessità del sistema e della sua instabilità, sono sempre più ricercate da parte dei giovani soluzioni a basso costo e a basso impatto ambientale, che prevedono forme di scambio e condivisione. 

    In questi casi si prendono con orgoglio le distanze dai fasti e dai gusti spesso molto kitch di Dubai e delle altre capitali del lusso. Si propone non solo un sistema economico più inclusivo, ma uno stile di vita completamente diverso, più consapevole dei rischi ambientali e sociali che corre l’umanità.

    Michele Pernice
    luogo Italia
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    Tag:
    Poveri - ricchi - capitali di lusso
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