SPID tra costi e identità digitale: il sistema diventa a pagamento
Dal canone per Aruba e InfoCert alla possibilità di cambiare gestore, un servizio essenziale in bilico tra finanziamenti bloccati e interessi economiciLo SPID è il sistema unico di accesso con identità digitale ai servizi online della pubblica amministrazione italiana e dei privati aderenti. Debuttato nel 2016, il progetto dell’Agenzia per l’Italia Digitale mira a sostituire le molte credenziali “fai-da-te” con un’identità unica, valida anche per i servizi privati.
Nei mesi successivi alla sua uscita gli enti centrali, quali l’INPS, l’Agenzia delle Entrate e PagoPA hanno incorporato il login, dimostrandone la praticità e l’efficacia. Nel corso della pandemia di Covid-19, quando i servizi online divennero indispensabili, questo sistema prese il largo e venne utilizzato per scuole, concorsi pubblici, bonus statali, certificati sanitari e per molto altro. In questo modo, nel corso degli ultimi anni, lo SPID è riuscito a guadagnarsi un ruolo sempre più centrale nella vita digitale dei cittadini italiani.
Quest’estate alcuni fornitori di SPID, tra cui Aruba e InfoCert, hanno annunciato l’introduzione di un canone annuo per il servizio. Il costo di InfoCert è di 5,98 euro (Iva inclusa); in modo analogo, Aruba prevede un canone di circa 4,90 euro + Iva l’anno. La causa principale di questo cambio è il blocco dei 40 milioni di euro promessi nel 2023 per finanziare i gestori SPID. Tali fondi avevano lo scopo di garantire ai provider un contributo economico dallo Stato, come compensazione dei costi sostenuti.
L’improvviso passaggio a un modello a pagamento ha suscitato forti critiche. La notizia positiva è che in Italia la maggior parte dei cittadini potrà ancora ottenere o mantenere lo SPID senza affrontare costi aggiuntivi, in quanto è PosteID, che per ora non ha annunciato cambiamenti, a gestire circa il 70% delle identità attive. Anche Lepida, Sielte, TIM ID e Namirial continuano ad applicare tariffe solo nei caso in cui il riconoscimento avviene via webcam. Se l’identificazione avviene con Carta d’Identità Elettronica, Carta Nazionale dei Servizi, firma digitale o presso uno sportello fisico convenzionato, il servizio resta gratuito.
Chi possiede già un’identità digitale presso un provider che ha introdotto il canone riceverà un avviso di rinnovo; il servizio non si prolungherà in automatico, ma è necessario dare un consenso esplicito entro la data indicata. In assenza di adesione le credenziali verranno disattivate, senza addebiti.
Chi possiede già un’identità con un provider diventato a pagamento, si trova ora di fronte a due alternative: accettare il nuovo canone, mantenendo il proprio login e il livello di sicurezza, oppure revocare il servizio e aprirne uno nuovo con un gestore gratuito. La pubblica amministrazione in ogni caso non perderà i dati, in quanto a cambiare sono solo le credenziali.

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