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    ITALIA - Friday 13 June 2025, 12:03

    Migranti, la Corte assolve l’Italia: “Non è responsabile per le violenze in Libia”

    I giudici di Strasburgo hanno stabilito che il salvataggio del 6 novembre 2017 è avvenuto in acque internazionali e che la zona non era “di fatto sotto l’effettivo controllo del Paese”
    Migranti, la Corte assolve l’Italia: “Non è responsabile per le violenze in Libia”
    “L’Italia non è responsabile delle violenze subite da un gruppo di migranti intercettati nel 2017 dalla Guardia costiera libica e poi detenuti in condizioni disumane in un centro di detenzione vicino a Tripoli”, a stabilirlo è stata la Corte europea dei diritti umani con una sentenza molto attesa, chiudendo così il caso “S.S. e altri contro Italia”.
     
    Al centro della vicenda, un drammatico episodio avvenuto il 6 novembre 2017, quando circa centocinquanta migranti in fuga dalla Libia si trovavano su un gommone alla deriva, a circa 33 miglia marine a nord di Tripoli. Tra le unità intervenute dopo la richiesta d’aiuto lanciata dal natante, arrivarono una nave libica, la Ras Jadir, una ong olandese Sea Watch 3 e un elicottero della Marina militare italiana. La vedetta libica avrebbe raccolto circa quarantacinque persone, tra cui due dei ricorrenti; ascoltando le parole dei migranti, sembra che le sue manovre provocarono forti onde che fecero cadere in mare alcuni di loro. Secondo altre dichiarazioni, in Libia i magranti vennero legati, picchiati e minacciati, per poi essere condotti in un campo di detenzione a Tajura, dove hanno subito ulteriori maltrattamenti e violenze.
     
    Essendo che la Guardia costiera libica agisce di fatto su mandato dell’Italia e con mezzi donati da essa, nel 2018 è stato presentato il ricorso alla Corte a carico del Paese da parte dei legali di alcuni migranti, che lo ritenevano corresponsabile delle morti dei loro figli, nonché dei maltrattamenti subiti l’anno precedente. I giudici di Strasburgo hanno però ora definitivamente rigettato ogni accusa. Nella sentenza si legge chiaramente che “l’Italia non esercitava un controllo effettivo su di loro” e che quindi non può essere ritenuta giuridicamente responsabile di quanto accaduto. I giudici hanno stabilito che, pur avendo sostenuto la Guardia costiera libica con mezzi, formazione e cooperazione, ciò “non equivale all’esercizio di poteri pubblici delegati”.
     
    Il verdetto ha sollevato reazioni contrastanti. Da parte del governo italiano è stato accolto con soddisfazione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato: “La sentenza conferma che l’Italia ha sempre agito nel rispetto del diritto internazionale. Non possiamo essere accusati per azioni compiute da altri Paesi nelle loro acque”. Anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha voluto sottolineare la portata della decisione: “Finalmente una sentenza che ristabilisce la verità giuridica. L’Italia non è responsabile per ciò che accade in territorio o sotto giurisdizione libica. È la conferma che la nostra strategia di cooperazione internazionale è legittima”.
     
    Nonostante la sentenza non riconosca responsabilità italiane, la Corte ha però ribadito la gravità della situazione in Libia, evidenziando che i migranti rimpatriati rischiano torture, abusi e trattamenti inumani. In conclusione la decisione di Strasburgo rappresenta una vittoria legale per il governo italiano e un precedente importante in materia di cooperazione con Paesi terzi sulla gestione dei flussi migratori, ma sul piano etico e umanitario, il verdetto lascia aperto un profondo interrogativo: “Fino a che punto l’Europa può delegare la propria responsabilità senza compromettere la tutela dei diritti fondamentali?”.
    Monica Martini
    luogo Italia
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    Tag:
    migranti - violenza - Ue - Strasburgo - Libia
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