Mattarella ricorda Willy Monteiro Duarte: “Italiano esemplare, ucciso da una violenza brutale”
“L’odio si sconfigge con la solidarietà, l’inclusione, il dialogo e le relazioni umane. I giovani meritano maggiore rispetto e richiedono grande attenzione”Sono ormai trascorsi cinque anni dall’omicidio del ventunenne Willy Monteiro Duarte a Colleferro, nel tentativo di difendere un amico, placando gli animi per evitare una rissa. Mentre cercava di battersi contro la violenza, la stessa si è scatenata contro di lui.
Sono stati cinque anni di dolore ma anche di resistenza collettiva contro l’odio, per non dimenticare l’esempio del giovane medaglia d’oro al valore civile alla memoria. Quest’anno anche il presidente della Repubblica Mattarella è arrivato nella città di Willy, accolto dal sindaco Pierluigi Sanna, per incontrare la madre e la sorella del giovane, Lucia e Milena Monteiro Duarte. Prendendo posto in prima fila, accanto alle autorità, ai sindaci del territorio e proprio davanti ai compagni di scuola del ragazzo, gli studenti dell’istituto Vinciguerra, Sergio Mattarella ha preso parte alla cerimonia commemorativa organizzata in occasione dell’anniversario della morte.
Tra applausi e silenzi commossi, il presidente ha tenuto il suo discorso per ribadire l’importanza di non dimenticare l’episodio che ha provocato la morte di Willy:
Signor Sindaco, Signora Duarte, è per me di grande valore il complesso dei significati di questa mattina: quello di rendere omaggio a questa città e alla sua grande tradizione del lavoro; quello di rammentare la strage della drammatica esplosione che ha provocato un immenso numero di vittime, cui abbiamo reso poc’anzi omaggio; e far memoria di Willy Monteiro Duarte.
Willy è un nostro ragazzo, ucciso da una violenza cieca, insensata, brutale. Ucciso mentre cercava di difendere un amico, di placare gli animi, di evitare che si scatenasse una rissa. Voleva evitare la violenza, e la violenza, invece, è esplosa contro di lui.
Ricordiamo con affetto Willy, insieme ai suoi familiari e insieme ai suoi amici. E non dimentichiamo. Siamo qui, nel quinto anniversario, appunto perché non vogliamo dimenticare. Fa bene Colleferro, con il suo Sindaco, a far memoria di Willy, a proporla all’attenzione dei giovani e della comunità con gesti e con eventi. La storia di una comunità è segnata da eventi felici e, purtroppo, da lutti, da lacerazioni. E anche da sacrifici che scuotono le coscienze.
Willy è un italiano esemplare. Per questo è stato insignito, alla memoria, della medaglia d’oro al valor civile in riconoscimento del gesto di coraggio e di altruismo. A lui va il ricordo e il dolore di tutti gli italiani, feriti da tanto orrore.
Non dimenticare vuol dire non essere indifferenti. L’indifferenza è negativa e spregevole come la violenza. L’indifferenza nasce dalla chiusura in sé stessi, dalla sfiducia, dalla rassegnazione. La violenza si sconfigge con la solidarietà, con le relazioni umane, con l’inclusione, con il dialogo, con la comprensione delle opinioni e delle esigenze degli altri. Ogni tempo, ogni civiltà è stata attraversata dalla violenza. Un peso, un freno sull’umanità. In ogni tempo la violenza si è manifestata in modi diversi. Dobbiamo guardare alla violenza del nostro tempo per contrastarla, per sconfiggerla. Nelle società del mondo di oggi ritorna la diffusione di un clima di avversione, di rancore, di reciproco rifiuto che spesso - come si legge nei recenti fatti di cronaca - sfocia nella violenza e giunge all’omicidio.
Sui social - e non soltanto su di essi - vengono spesso amplificate parole di odio. Vengono accompagnate da narrazioni create per generare sfiducia, paura, risentimento, per provocare divisioni, conflitti, scontri. Vengono rifiutate la realtà, il rispetto delle opinioni, la critica civile, la responsabilità personale di ciascuno. Il diverso da sé stessi viene visto come un nemico, un nemico da combattere e da abbattere. Lungi dal considerare la diversità di opinione, di condizioni, una sfida all’approfondimento, si ritiene che l’altro debba essere annientato. La violenza rischia così di diventare ordinaria, banale; rischia di fare occultare il suo significato anti-umano e vi è chi arriva a farne ragione di vanto.
I giovani meritano maggiore rispetto e richiedono grande attenzione. Dobbiamo offrire ai giovani un orizzonte di speranza, che contempli la possibilità di una personale realizzazione. Va ricordato ai giovani come agli adulti - e forse particolarmente agli adulti - che “la violenza non è forza ma debolezza”. Lo scrisse Benedetto Croce, ma questo principio vale sempre. Chi crede di affermarsi usando la violenza, facendo del male ad altri, cercando di sottomettere chi gli è vicino, è una persona destinata al fallimento. Un grande uomo di pace e di civiltà, come è stato Martin Luther King, ripeteva che “l’odio moltiplica l’odio e la violenza moltiplica la violenza”. Poc’anzi ha detto parole simili la Signora Duarte. È così, all’interno delle società e nel mondo, la pace, anche a livello internazionale, nasce da questo modo di pensare e di comportarsi.
L’umanità celebra da sempre le persone che - con la loro vita, con i loro gesti - hanno diffuso senso di umanità, di giustizia, passione. Tra loro c’è Willy Monteiro Duarte.
Onorare Willy significa - come indica la Giornata del Rispetto - costruire, a partire dalla realtà di ciascuno, dal quartiere di ciascuno, dalla scuola di ciascuno, un mondo dove l’amicizia non sia soltanto una relazione personale, ma, come Willy ha insegnato, sia fondamento della vita sociale.

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