Libri scolastici in detrazione: un provvedimento che copre fino a 190 euro per figlio
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito sta lavorando su un nuovo intervento che andrebbe ad aiutare le famiglie nelle spese nell’ambito educativoCon la Legge di Bilancio 2025 potrebbe essere attuata la detrazione al 19% sull’acquisto dei libri scolastici, un importante provvedimento che va incontro alle famiglie che si trovano ad affrontare spese sempre più onerose nell’ambito dell’educazione dei più piccoli.
L’ipotesi che sostiene che il Ministero dell’Istruzione e del Merito stia lavorando su questo intervento economico prevederebbe di fissare un’aliquota della detrazione fiscale in linea con quella in vigore con gli altri costi relativi all’insegnamento dalla scuola dell’infanzia alle superiori. Al giorno d’oggi è già possibile detrarre le tasse di iscrizione e frequenza, i costi sostenuti per le visite, le gite scolastiche, i trasporti, la mensa e i contributi per i corsi, i laboratori di lingue, il teatro, la musica e le atre attività culturali extracurricolari. Esclusi sono i materiali scolastici come libri, cancelleria, zaini o strumenti tecnologici, ma l’obiettivo del nuovo provvedimento è proprio quello di colmare questa lacuna, almeno per i testi.
Essendo il valore della detrazione collegato alle risorse disponibili, il tetto massimo per le spese detraibili relative all’istruzione dovrebbe salire da 800 a 1.000 euro per studente. Il recupero comprenderebbe il 19% sull’importo totale, vale a dire fino a 190 euro, a partire dalle spese effettuate nel 2025, che saranno dichiarabili nel 2026. Il meccanismo si basa sull’art. 15 del Tuir, integrato dalle nuove disposizioni del futuro art. 16-ter, che introduce la detrazione piena per chi possiede un reddito inferiore ai 75.000 euro e del numero di figli a carico.
Il Partito Democratico non appare molto entusiasta nei confronti di questa operazione. Tra di loro Francesco Boccia ha dichiarato: “Leggiamo di ipotesi di detrazioni fiscali per l’acquisto dei libri di testo, ma nel frattempo negli scorsi mesi Giorgia Meloni e i suoi ministri si sono preoccupati solo del sostegno alle scuole private e alle università telematiche, invece sarebbe il caso che invece di autocelebrarsi l’esecutivo si preoccupasse di aiutare le famiglie italiane: la Commissione europea ci dice che l’Italia è l’ultima in Europa per investimenti pubblici nell’istruzione. E proprio le famiglie italiane tra pochi giorni si troveranno di fronte ad una ‘botta’ economica che per libri di testo e strumenti di studio supererà i 1.000 euro”. “La risposta a questa stangata non può essere una promessa su future detrazioni fiscali, di cui non sappiamo nulla. È a rischio il diritto allo studio. Il Pd ha presentato da tempo una proposta netta: gratuità per i libri di testo per tutti gli studenti delle scuole secondarie. La nostra legge presentata in Parlamento prevede fondi strutturali e coperture per garantire un diritto allo studio reale. Chiediamo un rafforzamento del welfare studentesco, l’aumento dei fondi per le mense e i trasporti e interventi concreti per coprire le diseguaglianze territoriali. Ci auguriamo che in Parlamento ci possa essere un confronto serio su tutto questo: servono risorse, non detrazioni”, aggiunge Boccia.

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