Guerra Medio Oriente: gli attacchi a Teheran non si fermano
Al tavolo del G7 verrà trattato il delicato tema del conflitto, scoppiato venerdì 13 giugno, dopo che Trump ha indicato Putin come possibile “mediatore” nella crisi tra Israele e IranNel corso delle ultime ore sono state registrate nuove esplosioni e raid israeliani a Teheran, in base agli aggiornamenti riportati su Iran International, sito legato ad ambienti dell'opposizione iraniana all’estero. L’area più colpita risulta essere quella di Shahrak-e Gharb, a ovest della capitale, ma ulteriori ordigni sono stati rilevati sull’autostrada che collega Teheran con con Qom, seconda città santa dell’Islam sciita nel Paese. Si tratta di attacchi che fanno seguito a quelli iraniani avvenuti nella notte con missili balistici su Tel Aviv e Haifa, per i quali l’Iran afferma di aver colpito “con successo” lo Stato all’opposizione e promette offensive “più devastanti” contro obiettivi vitali. “L’ampiezza della risposta devastante dei coraggiosi combattenti iraniani ingloberà tutti i territori occupati. Lasciate questi territori che non saranno più abitabili in futuro e non garantiranno più la sicurezza”, afferma il portavoce delle forze militari Reza Sayyad.
Per l’Idf però “l’aeronautica ha piena superiorità aerea su Teheran”, in quanto gli attacchi dell’Israele contro la capitale iraniana non subiscono pause. Nel corso della mattina, allarmi aerei sono stati attivati per la presenza di droni iraniani a Cesarea dove è collocata la residenza del premier israeliano Netanyahu, Hadera, Pardes Hanna, Jisr a-Zarqa e altri insediamenti nello Sharon, a sud dall'area metropolitana di Tel Aviv. Secondo i media, l’Idf avrebbe attaccato anche l’ospedale Farabi di Kermanshah. I dati del ministero della Salute riportano il numero dei morti, che ammonterebbe a 224, mentre i feriti dovrebbero essere oltre 1.200 a seguito dell’aggressione israeliana iniziata venerdì scorso, il 13 giugno. 24 sono invece le vittime israeliane, quasi 600 i feriti di cui 10 gravi.
Si è aperto oggi a Kananaskis il vertice G7, ovvero il summit dei grandi della Terra. L’edizione verrà inevitabilmente influenzata dall’attualità internazionale, e in particolare dalla situazione sempre più tesa in Medio Oriente. Riguardo al delicato tema del nuovo conflitto, sarà possibile, quest’oggi, creare un confronto più ampio, che coinvolga anche gli Stati Uniti. “Non ci sono segnali di disallineamento tra i partner, ma piuttosto la volontà condivisa di lavorare a una soluzione, ma questi incontri multilaterali rappresentano sempre un'opportunità di confronto”, precisano le fonti che non vogliono sbilanciarsi sulle parole di Trump che ha indicato Vladimir Putin come possibile “mediatore” nella crisi tra Gerusalemme e Teheran. I partner europei parleranno di tutto ciò, tuttavia un confronto diretto con la delegazione americana appare ancora difficile da prevedere.
Il presidente degli Stati Uniti rimane comunque convinto che tra Iran e Israele si arriverà ad un accordo. “Credo sia il momento per un’intesa. A volte devono combattere, credo ci sia una buona possibilità per un accordo. È possibile che veniamo coinvolti”, dice alla Casa Bianca. Nelle dichiarazioni precedenti, aveva inoltre dichiarato che il presidente russo “sia pronto ad intervenire”. L’ipotesi di Putin come “uomo di pace” non sembra plausibile però per tutti; il presidente francese Emmanuel Macron ha commentato: “Non credo che la Russia possa mediare tra Iran e Israele. Putin mediatore? Non lo so, vediamo come si sviluppa situazione. Israele è molto più forte da un punto di vista militare, anche se non bisogna sottovalutare l'Iran, ma è una guerra che continuerà per giorni e giorni”.
In Italia, il ministro del’interno Matteo Piantedosi ha assicurato che verrà rafforzata l’attività di controllo e protezione visto il quadro internazionale molto complesso. Ha aggiunto il titolare del Viminale: “Abbiamo forze di polizia e servizi di intelligence tra i migliori al mondo”.
Monica Martini

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