Case italiane: aumentano i proprietari, ma rimangono pochi gli inquilini
L’Italia si trova nel cuore di una crisi abitativa che necessita di investimenti, norme certe e una chiara visione futuraIl settore immobiliare italiano presenta attualmente un forte paradosso: nonostante ci siano case per tutti, milioni di abitazioni sono vuote e un alto numero di persone non ha un posto dove vivere.
Tra case inadeguate, efficienza energetica carente e nuove famiglie con esigenze diverse da quelle che possono offrire gli immobili tradizionali, il rapporto “L’offerta di abitazioni in Italia. Un quadro generale”, realizzato dalla Fondazione IFEL nell’ambito dell’iniziativa Città nel Futuro, fotografa un’Italia che si trova nel cuore di una crisi abitativa che necessita di investimenti, norme certe e una chiara visione futura.
Di fatto oltre 9 milioni di abitazioni risultano vuote. Spesso si tratta di seconde case o immobili usati saltuariamente, ma nei calcoli a prendere risalto sono anche le costruzioni che presentano importanti difetti strutturali e un mercato degli affitti poco sviluppato, caratterizzato da un’offerta mal distribuita e immobili che non “ruotano”.
Nel 2024, le compravendite sono aumentate con circa 720.000 abitazioni vendute per un valore complessivo superiore a 114 miliardi di euro. Possedere un’abitazione è una certezza per più della metà - circa il 55% - degli italiani, ma ciò nonostante il sistema immobiliare rimane statico.
Da una parte i cittadini sono sempre più attenti al confort, al risparmio energetico e alle dimensioni abitative, dall’altra le nuove famiglie diventano sempre più piccole; crescono infatti i nuclei unipersonali e le coppie senza figli, orientando la domanda verso monolocali, bilocali, abitazioni di dimensioni contenute, spesso in affitto e pensate per un solo reddito.
Per andare incontro alla richieste della popolazione sarebbe opportuno adottare nuove proposte. Partendo dalla riqualificazione energetica su larga scala, sarebbe utile pensare a un piano nazionale efficace, con incentivi chiari e costanti, finanziamenti accessibili, per rinnovare il patrimonio esistente. Non dovrebbe poi mancare un incentivo per l’utilizzo degli immobili non occupati, rendendo gli affitti più agevolati anche, e soprattuto, per i più giovani. Infine istituzioni, imprese edilizie, banche e proprietari privati dovrebbero collaborare gli uni con gli altri per condividere gli investimenti necessari a migliorare il mercato immobiliare.
L’Italia si trova oggi di fronte a un bivio: continuare ad avere un patrimonio immobiliare vasto ma inefficiente e poco conforme alle reali esigenze dei cittadini, oppure sfruttare l’opportunità della transizione energetica, della riforma normativa e della trasformazione sociale per costruire un sistema più giusto, sostenibile e accessibile a tutti.

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