Italia - Oggi è la Giornata mondiale dell'Alzheimer: 7 proposte per non dimenticare

Il documento di Aima e Sin: "Nel prossimo futuro potrebbe essere possibile cambiare il corso della malattia di Alzheimer partendo dalle sue primissime fasi"

Fonte: Facebook

Redazione 21/09/2021 10:31

Sette buone proposte per non dimenticare l'Alzheimer: è l'iniziativa di Aima - Associazione italiana malattia di Alzheimer e Società Italiana di Neurologia (Sin) nella Giornata Mondiale dell'Alzheimer che ricorre oggi 21 settembre. 
 
I malati di oggi e di domani
"Grazie alla ricerca, nel prossimo futuro potrebbe essere possibile cambiare il corso della malattia di Alzheimer partendo dalle sue primissime fasi caratterizzate da un decadimento cognitivo lieve. Questa nuova prospettiva investe la dimensione organizzativa e le dotazioni strutturali del SSN". È questa la prima delle "7 buone proposte per non dimenticare l'Alzheimer". Patrizia Spadin, presidente di Aima afferma: "Dobbiamo pensare ai malati di oggi e a quelli di domani, che avranno esigenze diverse. I malati di oggi hanno bisogno di servizi più adeguati che colmino anche la incredibile disparità di trattamento tra i diversi sistemi regionali". Per quanto riguarda i malati di domani, "per loro si intravede finalmente una luce in fondo al tunnel grazie alle diagnosi precoce. Il sistema sanitario deve però attrezzarsi ad accogliere un numero sempre di più grande di pazienti per capire quali potranno essere quelli eleggibili per le nuove terapie".
 
Nel nostro Paese si stimano oggi circa 1.200.000 casi di demenza, di cui circa 700mila di malattia di Alzheimer. Inoltre, l'Alzheimer è la terza causa di morte tra gli over 65 in Europa occidentale. L'Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo dove si mettono in campo strategie specifiche per lo stato di salute dell'anziano.
 
Le 7 proposte di Aima e Sin indagano anche su quelle "risposte a livello territoriale alle esigenze specifiche dei pazienti Alzheimer, così come gli infermieri di famiglia e di comunità, figure indispensabili nelle situazioni di maggiore fragilità sociale". in merito all'assistenza domiciliare integrata (ADI), il documento parla della creazione di "un ADI Alzheimer dedicato, da sviluppare coerentemente con gli obiettivi del PNRR, per portare alle famiglie competenze specialistiche multidisciplinari nonché attività riabilitative, psico-educazionali e di sostegno, anche in digitale". In conclusione, AIMA e SIN pongono l'accento sul fatto che l'Italia "non è ancora allineata rispetto al quadro normativo di altri Paesi europei che riconoscono il ruolo del caregiver anche attraverso specifiche tutele". 
 
Le terapie
Lo scenario della malattia di Alzheimer potrebbe cambiare con dei "possibili farmaci". Il problema "che dobbiamo affrontare oggi riguarda innanzitutto l'identificazione di chi può eventualmente essere affidato alle nuove terapie - spiegano le due associazioni - Queste terapie hanno infatti dimostrato di essere più efficaci nel decadimento cognitivo lieve in persone che hanno presenza di amiloide nel cervello. Se è vero che la malattia è molto diffusa, non sappiamo esattamente quante persone presentano un decadimento degenerativo lieve, è quindi necessario un importante lavoro di diagnosi differenziale. Fino a quando non avremo i marcatori nel sangue periferico il lavoro sarà molto complesso, l'amiloide può essere documentata infatti da una PET o dall'esame del liquor."
Sarà quindi necessaria "una riorganizzazione del sistema che preveda una interazione più stretta con il territorio, dai medici di medicina generale ai centri in grado di fare la diagnosi, tutto questo per selezionare all'interno di una grande platea, che valutiamo dai 100 a 300mila individui, le persone che potrebbero avvalersi delle nuove terapie", ha spiegato Gioacchino Tedeschi, presidente Società Italiana di Neurologia e Direttore Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia, AOU Università della Campania "Luigi Vanvitelli" di Napoli.
 

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