La notizia è diventata ufficiale: InfoJobs Italia ha annunciato che le sue attività rimarranno attive solo fino al 31 dicembre 2025, per poi fermarsi definitivamente. Fino a quella data, gli utenti potranno continuare ad accedere al proprio profilo, consultare annunci e candidarsi, in quanto le aziende destinatarie continueranno a esaminare le proposte che ricevono; successivamente tutti gli account verranno bloccati e i dati personali cancellati nel pieno rispetto della normativa vigente. La decisione è stata motivata dalla società come frutto di un’“approfondita revisione strategica”; ciò nonostante dietro l’annuncio si intravede un segmento di mercato del lavoro online che fatica a stare al passo con le nuove offerte digitali, le aspettative degli utenti e la concorrenza globale. In Italia è nei primi anni 2000 che è nata InfoJobs, con sede a Milano; rapidamente è diventata uno dei principali punti di riferimento per tutti colori che cercavano lavoro. A metà degli anni 2010, sul portale risultavano oltre 5 milioni di candidati registrati, con 70mila aziende e centinaia di migliaia di annunci pubblicati ogni anno. Nonostante la crescente concorrenza di colossi globali come LinkedIn e Indeed, InfoJobs in realtà è riuscita a rimanere uno dei portali più conosciuti e utilizzati dagli italiani per la ricerca di lavoro online, contribuendo a costruire un nuovo metodo di incontro tra aziende e candidati nel mercato del lavoro digitale. La chiusura del portale non è però ora da considerare soltanto come un episodio isolato, ma come un provvedimento che riflette mutamenti più profondi nel reclutamento del personale e nelle condizioni lavorative. Nel contesto italiano, quest’ultime appaiono sempre più favorevoli, con salari reali in calo, produttività stagnante e un mercato che fatica a offrire opportunità adeguate. In tale scenario, una piattaforma generica di recruiting rischia così di trasformarsi non in un “motore di opportunità”, ma in un semplice “contenitore passivo” di annunci. Per i candidati e le aziende è necessario rivisitare strategie, modalità di ricerca e strumenti. Non è più sufficiente pubblicare una proposta di lavoro o caricare un curriculum; serve invece un approccio più dinamico e interattivo, in cui la piattaforma può agire attivamente come facilitatore di incontro fra domanda e offerta. In conclusione, con la chiusura di InfoJobs Italia è giusto riflettere su quanto siano mutate le abitudini di ricerca del lavoro, su quali siano i metodi, le piattaforme più efficaci, e sul ruolo che le tecnologie possono avere, se integrate con un mercato reale che “gira”.