Oggi il numero degli italiani che impegna nelle attività di volontariato sta diminuendo sempre di più: solo il 9,1% della popolazione sopra i 15 anni, pari a circa 4,7 milioni di persone, ha dedicato tempo a servizi gratuiti nelle quattro settimane oggetto dell’indagine Istat. Il confronto con i dati raccolti nel 2013 evidenzia un drammatico calo di 3,6 punti percentuali. Si tratta di una flessione senza precedenti che riguarda sia il volontariato organizzato che gli aiuti diretti, che evidenzia ancora di più il divario territoriale. L’area che registra una maggiore partecipazione rimane il Nord-Est con il 9,1% di volontari a carico di gruppi e associazioni, il Nord registra l’8,2% di partecipazione organizzata e il 6% negli aiuti diretti, mentre il Mezzogiorno si arresta rispettivamente al 3,6% e 3,4%. Un dato in controtendenza è la crescita dei cosiddetti “volontari ibridi”, ossia coloro che si impegnano sia all’interno di organizzazioni non profit sia con azioni autonome. Si tratta di una tendenza, che coinvolge oltre 1 milione di persone, ovvero il 21,7% del totale dei volontari, che riflette un cambiamento nei modelli di cittadinanza attiva, capace di adattarsi ai bisogni emergenti e ai al nuovo modo di vivere il tempo e l’impegno civico. Le priorità nel volontariato rientrano ora nel mondo culturale e in quello delle attività ricreative, ambiti che guidano il primato con il 23,9% degli operatori; seguono l’assistenza sociale e la protezione civile (22%), la crescita ambientale (+1,7 punti percentuali), le attività sportive (-1,9 punti) e religiose (-5,8 punti). Nelle motivazioni, emerge un forte orientamento verso valori identitari e collettivi. Tra il volontariato organizzato prevalgono i “ideali promossi dal gruppo” (31,1%) e il contributo al “bene comune” (21,5%), negli aiuti diretti restano al centro le emergenze (27,5%) e l’assistenza a persone bisognose (24,6%). Inoltre, mentre si riduce il sostegno a amici e conoscenti (dal 66,8% al 56,7%), raddoppia quello verso la collettività, l’ambiente e il territorio (dal 16,6% al 31,3%). Da un sondaggio condotto in Svizzera, Germania e Austria emerge che chi pratica il volontariato risulta più ottimista e resiliente. Nel sondaggio dell’istituto Marketagent, il 78% delle persone impegnate ritiene la propria vita soddisfacente, contro il 65% della media. In aggiunta, otto su dieci si descrivono felici, contro la media generale di sei su dieci. Questi dati evidenziano come l’azione pro-sociale sia strettamente legata al benessere individuale.