Italia - Calcio scommesse, la Lega chiede le dimissioni di Gravina

Malagò: «Non sta alla politica decidere»

Fonte: Figc

Redazione 19/10/2023 18:26

Il terremoto che ha colpito, nuovamente, il calcio italiano ha indotto anche la politica a intervenire. Adesso, solo, con dichiarazioni forti da alcuni leader di maggioranza.
Infatti, la Lega di Salvini si scaglia contro il presidente della Figc Gravina chiedendone le dimissioni. Fratelli d’Italia, invece, supporta la tesi del commissariamento, mentre il responsabile del Coni Malagò si pone a difesa del vicepresidente della Uefa.
  L’attacco della Lega
Il partito di Matteo Salvini, con una nota ufficiale, chiede le dimissioni del presidente della Figc in seguito a quanto sta accadendo in questi giorni. “È sempre più necessario, per rispetto di milioni di appassionati e in particolare dei più giovani, un radicale cambiamento a partire dalle dimissioni del Presidente Gravina”. Un duro attacco che trova una reazione, seppur diversa, anche in Fratelli d’Italia.
 
Il Senatore Marchesi
Il responsabile Sport del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni non si distanzia molto dalla richiesta della Lega. «Il calcio italiano ha bisogno di un’opera auto riformatrice e il fenomeno delle scommesse è solo la punta dell’iceberg di un sistema contraddistinto da negatività. Abbiamo più volte sollevato questa problematica e crediamo che la soluzione a tutto ciò non sia rappresentata dalla richiesta di dimissioni di Gravina, che attengono all'autonomia del sistema calcistico, quanto piuttosto dal verificare se vi siano le condizioni di un commissariamento della Figc da parte del Coni».
  La difesa di Malagò
Il presidente del Coni, invece, difende la posizione di Gabriele Gravina. «È importante che la politica si occupi di sport, ma questo non significa che debba occupare lo sport. È un mondo che ha una sua autoregolamentazione dovuta ai contesti elettorali». Un intervento forte a margine di Ceo For Life. «Ognuno si sente di esprimere le proprie opinioni, ma io non posso che tutelare i capisaldi del nostro mondo».

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