Aldo Montano, si ritira e l’atleta ha deciso di appendere per sempre la sciabola al muro. Dopo l’argento conquistato nel concorso a squadre a Tokyo, l’atleta chiude la sua straordinaria carriera in bellezza e ottenendo un ottimo secondo posto.

 

Montano parte da riserva ma alla fine guida l’Italia verso la semifinale e, successivamente, la finale persa dignitosamente contro l’invincibile Corea del Sud.

Una chiusura di carriera col botto, che va a mettere un punto a un percorso sportivo di famiglia che ha permesso ai Montano di portare a casa ben 14 medaglie olimpiche. La “dinastia” della sciabola inizia nel 1936 con il nonno “aldino” che vince 2 argenti a Berlino e a Londra nel 1948. Poi è il turno del padre, Mario, con tre medaglie e altre quattro in arrivo da altri tre cugini. Poi sono arrivate le 5 vinte da Aldo Montano, tra cui anche lo stupefacente oro vinto ad Atene nel 2004.

E adesso cambierà tutto per Aldo Montano e 20 anni di stupefacente carriera non potevano che chiudersi con una nuova medaglia che va a impreziosire ulteriormente la collezione personale e quella di famiglia.

 

Un addio commosso e sentito, definito dal campione “un salto nel buio” per cui l’atleta a stento trattiene le lacrime. Adesso bisogna voltare pagine e dopo una carriera fatta di successi, una “gioventù burrascosa”, Aldo Montano deve ripartire dalla famiglia e, magari, un futuro nella federazione, come allenatore o mentore.

 

Intanto partecipare a una manifestazione del genere a 43 anni e con tutti gli infortuni subiti non è da tutti e un vero campione capisce quando è il momento di dire basta, per non gravare ulteriormente sul fisico già provato. Così come sarà per Federica Pellegrini, anche Aldo Montano l’ha capito e ha deciso di fermarsi proprio in uno dei momenti più importanti della sua vita, senza rimpianti e consapevole di aver dato il massimo.