Italia - Addio a Giampiero Boniperti, la Juve in lutto

Se ne va a 92 anni Giampiero Boniperti, uno dei simboli della Juve in campo e fuori dal campo alla presidenza della squadra

Fonte: Instagram

Redazione 18/06/2021 09:18

Se n'è andato la scorsa notte a Torino Giampiero Boniperti, presidente onorario della Juve, e leggendario calciatore della “vecchia signora”. Avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 4 luglio e, fa sapere la famiglia, la causa della morte sarebbe da attribuirsi a un’insufficienza cardiaca. Una vita alla Juve e per la Juve, quella di Giampiero Boniperti, che ha indossato i colori bianconeri per ben 444 partite. Vittorie, soddisfazioni e traguardi prestigiosi vinti sul campo e dietro la scrivania da presidente. Cinque scudetti da giocatore e moltissimi trofei in giro per il mondo durante i suoi oltre 20 anni alla guida del club. 
Giampiero Boniperti è stato uno dei punti cardinali della squadra e la sua assenza indubbiamente lascerà un grande vuoto per tutti quelli che l'hanno conosciuto.
Sui suoi social la Juve ha lasciato un commosso ricordo dei momenti passati insieme a Boniperti e di tutto quello che ha significato per la squadra e per tutti i tifosi.
Giampiero Boniperti, una vita per la Juve
Boniperti è arrivato alla Juve a 17 anni da Novara e ne è uscito vincitore dopo 48 anni quando ha lasciato la presidenza effettiva della squadra. Negli anni tra il ‘71 e il ‘90 è stato in carica come presidente della società e poi dal ‘91 al ‘94 è diventato Amministratore delegato della società, richiamato direttamente dalla famiglia Agnelli.
 
Poi finalmente la tanto attesa pensione, ma Giampiero Boniperti non riusciva proprio a stare lontano dalla sua Juve e dal 2006 è stato fatto presidente onorario della società; un ruolo simbolico, è vero, ma di grande pregio e di grandissimo valore, soprattutto per chi ha dedicato l’intera vita alla squadra.
"La Juve non è soltanto la squadra del mio cuore, è il mio cuore", diceva. E questa passione l’ha accompagnato in ogni giorno della sua vita sul campo e fuori dal campo; durante i derby col Torino, a cui ha segnato ben 14 reti e nelle assemblee dei dirigenti, dove ha sempre lavorato per il bene della maglia.
Se ne va così uno dei punti di riferimento della Juventus. Non solo calciatore, non solo dirigente e non solo tifoso, ma appassionato della squadra; ed è questo a fare la differenza in mezzo alle tante carriere simili che affollano il mondo del calcio.
 

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