Il 12 giugno del 2023 l’Italia salutava una delle figure centrali della politica degli ultimi decenni, dell’impresa e della comunicazione per oltre tre decenni. Oggi, a distanza di tempo, il suo nome continua a risuonare non solo nel circolo di Forza Italia, ma anche nei palazzi delle istituzioni e nei discorsi di chi ha condiviso con lui un lungo tratto di strada. Tra l’omaggio di Forza Italia, il “manifesto liberale”, scritto in una stanza del San Raffaele di Milano, letto nella giornata di ieri dalla figlia Marina e le parole della premier Meloni, l’ex premier continua a influenzare il presente del centrodestra italiano.
In Sicilia, dove Forza Italia ha sempre avuto radici profonde, il ricordo è sentito e carico di affetto. Il presidente della Regione, Renato Schifani, storico amico dell’imprenditore, non nasconde la nostalgia: “Il lascito di Silvio Berlusconi continua a guidare l’impegno di chi ha raccolto la sua eredità politica. In un contesto globale segnato da tensioni, la sua capacità di dialogo e di leadership sarebbe oggi più che mai preziosa”. Anche il coordinatore regionale di Forza Italia, Marcello Caruso, e il deputato Michele Mancuso hanno sottolineato quanto il carisma e la visione del Cavaliere siano ancora punti di riferimento per chi milita nel partito: “Era una bussola, uno spirito battagliero che resta nel nostro DNA politico”.
Marina Berlusconi irei, 12 giugno, ha reso pubblico un manoscritto che il padre le aveva consegnato durante i suoi ultimi giorni al San Raffaele. Si tratta di uno scritto intenso, quasi un testamento politico e personale, che Marina ha definito “un manifesto liberale potente”. Nelle sue parole, Silvio Berlusconi rivendicava di non aver mai cercato potere, ma piuttosto affetto, condivisione e approvazione: “Non ho mai voluto essere temuto, ho sempre desiderato essere amato”. In quelle righe c’era anche la visione di un’Europa più unita, con una politica estera e una difesa comune, che lui definiva “patriottismo europeo”. Marina ha commentato con emozione: “Se nel mondo ci fosse un po’ più di Silvio Berlusconi, ci sarebbe più buonsenso e meno sofferenza”. Il manoscritto toccava anche la riforma della giustizia; chiedeva, ancora una volta, l’introduzione della responsabilità civile per i magistrati, a testimonianza di una coerenza che lo ha accompagnato fino alla fine.
Il ricordo è arrivato anche dai vertici del governo. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha voluto omaggiare Berlusconi con un messaggio sui social: “Imprenditore visionario e leader politico che ha creduto in un centrodestra unito e in una Nazione forte e autorevole. Questa sua eredità vive nelle battaglie di libertà e di buongoverno che continuiamo a portare avanti”. Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa ha parlato di Berlusconi come di un “protagonista assoluto”, mentre il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ricordato il suo impegno per la libertà e per le grandi trasformazioni dell’Italia.
Il segretario del partito e ministro degli Esteri Antonio Tajani, insieme a molti altri esponenti locali e nazionali, ha partecipato alle commemorazioni. A Salerno, a Brescia e in molte città italiane, i coordinamenti azzurri hanno organizzato eventi per riaffermare l’impegno verso quel progetto liberale, europeista e atlantista che fu il cuore della visione berlusconiana. Tra le frasi più semplici e toccanti, quella di Matteo Salvini: “Amico mio, mi manchi”.
Silvio Berlusconi continua a essere una presenza tangibile nella politica italiana. Non solo come figura storica, ma come riferimento ancora attivo per chi si riconosce in un’idea di centrodestra moderno, pragmatico, riformista. Le sue parole, i suoi progetti, e persino il suo stile comunicativo sembrano attraversare ancora i discorsi e le scelte di chi guida oggi il Paese. In un mondo attraversato da crisi, guerre e instabilità, il messaggio che emerge da questo anniversario è chiaro: per molti, Berlusconi non è soltanto un ricordo, ma una bussola per l’Italia che verrà.