Italia - Elezioni Argentina, sarà ballottaggio: sfida tra Massa e Milei

La situazione nel paese con il duello tra la sinistra ed il partito ultraliberista di destra

Fonte: Instagram - Autore: sergiomassaok

Redazione 23/10/2023 09:57

A sorpresa il favoritissimo Javier Milei, candidato ultraliberista e di estrema destra, è stato superato dalla coalizione di centro-sinistra guidata dall'ex ministro dell'economica Sergio Massa nelle elezioni che si sono tenute in Argentina. Si dovrà attendere adesso il ballottaggio, previsto per il prossimo 19 novembre, per eleggere ufficialmemte il presidente per i prossimi quattro anni. I due schieramenti hanno ottenuto rispettivamente il 36% con il partito di sinistra Union por la patria, ed il 30% a destra per Libertad Avanza
  La situazione per il ballottaggio
Esce dalla contesa invece il partito Juntos por el cambio della conservatrice Patricia Bullrich, che ha ottenuto il 23.8%. Voti che, secondo la stampa argentina, dovrebbero finire in larga parte per la coalizione di destra nel ballottaggio. La stessa Bullrich ha commentato così il risultato elettorale: "Non ci congratuleremo con uno dei ministri del peggior governo che questo Paese abbia mai avuto. L’Argentina deve abbandonare il populismo se vuole crescere e porre fine alla povertà. Non saremo mai loro complici".
  Argentina, continua l'incertezza 
In attesa di capire cosa succederà, nel paese si teme che questa situazione di stallo possa far crollare definitivamente il mercato. L'inflazione è infatti già al 140%, con un tasso di povertà del 40%. Massa ha però voluto specificare che non ci sarà una nuova svalutazione del peso"Voglio assicurare che sarò un presidente che lavorerà per dare ai cittadini più ordine, più sicurezza, meno improvvisazione e regole chiare, e soprattutto per fare in modo che i nostri figli portino zaini con dentro libri e non un’arma". Milei, amico del leader brasiliano Bolsonaro, vorrebbe invece liberalizzare proprio la vendita di armi e organi, oltre a chiudere la banca centrale per favorire la "dollarizzazione" del paese: "A novembre si dovrà scegliere tra la continuità di questo modello che ha impoverito l’Argentina o farla finita con l’inflazione, l’insicurezza e tornare a vivere in libertà. Questo non può avvenire che con noi. Oggi è un giorno storico perché due terzi degli argentini hanno votato per il cambiamento. Hanno votato per un’alternativa a questo governo di criminali che vogliono ipotecare il nostro futuro per restare al potere".
 
 

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