Italia - Afghanistan: i talebani chiedono di parlare all'assemblea generale dell'ONU

Le reazioni del mondo politico internazionale e quelle del ministro Di Maio: "prima i talebani dimostrino di rispettare i diritti delle donne"

Il palazzo delle Nazioni Unite

Redazione 22/09/2021 10:42

 
I Talebani chiedono di parlare all'Assemblea generale dell’Onu perché vogliono ottenere un riconoscimento internazionale dopo essersi insediati in Afghanistan e aver formato il governo.
Diverse sono le voci in campo internazionale, la Cina risponde a Biden: "Ci vuole rispetto reciproco".
 
La richiesta dei Talebani
L’Assemblea generale dell’Onu si sta svolgendo a New York e i Talebani hanno chiesto di potervi partecipare e di avere diritto di parola, secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters sul suo sito. 
In una lettera al segretario generale Antonio Guterres, il ministro degli Esteri dei Talebani, Amir Khan Muttaqi, ha chiesto di prendere la parola nel consesso internazionale. I Talebani hanno anche nominato il loro portavoce di stanza in Qatar, Suhail Shaheen, quale nuovo rappresentante diplomatico dell’Afghanistan presso le Nazioni Unite, aprendo un contenzioso con l’ambasciatore Ghulam Isaczai, nominato dal precedente governo, ormai deposto.
Diverse sono state le reazioni a questa richiesta, la Cina, per esempio, è propensa al dialogo e al confronto con tutti gli altri Paesi al fine di perseguire la pace e lo sviluppo globale nello spirito del multilateralismo. Questo almeno quanto affermato da Xi Jinping intervenendo all’Assemblea. “Le differenze tra i Paesi - ha precisato - si possono affrontare con il reciproco rispetto e nel segno dell’uguaglianza. Il successo di un Paese non deve coincidere col fallimento di un altro Paese”.
Prima che i talebani avanzassero tale istanza, il presidente americano Joe Biden aveva parlato di “una nuova era di diplomazia” dopo la fine della guerra in Afghanistan e aveva indicato gli Stati Uniti come guida del mondo “verso un futuro più pacifico”.
 
La reazione del ministro degli esteri italiano Di Maio
Alla richiesta di Amir Khan Muttaqi, Luigi Di Maio, ministro degli esteri italiano, ha risposto: "prima i talebani dimostrino di rispettare i diritti delle donne. Servono fatti, non parole".
Ma l’impegno e i fatti sembrerebbero esserci e sono dimostrati dalla nomina del nuovo loro portavoce di stanza in Qatar, Suhail Shaheen, rappresentante dell'Afghanistan presso le Nazioni Unite. In questo modo si è aperto addirittura un contenzioso con l'ambasciatore Ghulam Isaczai, nominato dal deposto governo. Stephane Dujarric, portavoce di Guterres, ha confermato l'arrivo della lettera ufficiale presentata dai Talebani. La nomina dovrà essere ora esaminata dalla commissione credenziali formata da nove Paesi membri, tra cui gli Stati Uniti.
 
Gli incontri dei talebani con gli inviati di Cina, Russia e Pakistan
Intanto, il 21 settembre, i principali membri del governo dei talebani hanno incontrato gli inviati speciali di Russia, Cina e Pakistan, compiendo un passo in avanti verso il riconoscimento internazionale. All'incontro hanno partecipato il primo ministro talebano, Mullah Hassan Akhund, il ministro degli Esteri, Amir Khan Mutaqi e il ministro delle Finanze Hedayatullah Badri, insieme al rappresentante russo, Zamir Kabulov, al cinese Yue Xiaoyong e al pakistano, Mohammad Sadiq Khan.
I partecipanti all'incontro hanno discusso della situazione in Afghanistan e delle "relazioni tra l'Afghanistan e la comunità internazionale", ha precisato una fonte talebana.
 

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