Il 24 giugno in Italia si festeggia San Giovanni Battista, un giorno ricco di tradizioni. Tra le più simboliche c’è quella di accendere i falò. Dalle località di montagna alla campagna fino al mare, i fuochi sono protagonisti di questa importante festività. Si tratta di una festa che ha origini pagane, e sono tanti gli scrittori che hanno celebrato il santo. E’ noto infatti il romanzo “La luna e i falò” di Cesare Pavese.
Perché si festeggia il 24 giugno
Nell’antichità era tradizione il 24 giugno celebrare la Dea Fortuna. Era tipico, inoltre, accendere grandi falò perché di buon auspicio per la coltivazione dei raccolti estivi. Il fuoco aveva anche una funzione purificatrice, utile per cacciare le streghe. San Giovanni Battista è l’unico santo per il quale la Chiesa cattolica celebra sia la nascita sia la morte (24 giugno e 29 agosto).
San Giovanni Battista e la città di Torino
Si tratta di un legame molto antico. Agilulfo fu Re dei Longobardi dal 591 al 616 e fece costruire una chiesa in suo onore. I cittadini si riunivano per danze e canti e per la tradizionale corsa dei buoi nelle strade del Borgo Dora.
L’erba di San Giovanni
L’iperico è il fiore che simboleggia questa giornata, noto anche come “erba di San Giovanni”. Viene utilizzata contro la depressione poiché ha proprietà sedative ed analgesiche. E’ anche un potente antiinfiammatorio contro artrite, e dolori reumatici. L’olio di iperico è antisettico, adatto a curare ferite, ulcere e scottature.
I festeggiamenti in Italia
San Giovanni è patrono di Genova, Firenze e Torino. Nel capoluogo ligure è tipico il falò di mezzanotte in piazza Matteotti. La sera precedente viene organizzata una fiera e musicisti e artisti di strada si esibiscono per le vie del centro. In Valle d’Aosta, a Gressoney-Saint-Jean, vengono organizzate fiaccolate e processioni. A Firenze e Torino sono famosi gli spettacoli pirotecnici. Nel capoluogo sabaudo il 23 giugno viene acceso il tradizionale falò piazza Palazzo di Città. In Sicilia, a Marsala, Giovanni Battista è compatrono e viene festeggiato nei pressi della chiesa a lui dedicata, mentre a Castelbuono, nel Palermitano, vengono preparate fave e patate bollite nelle “quarare”, dei recipienti in rame, e vengono accompagnate da vino rosso.