Italia - Assumere troppo alcol fa male, ma un uso moderato riduce il rischio di malattie cardiovascolari

Restano gli effetti collaterali come danni al fegato e dipendenza, ma lo studio potrebbe aprire la strada a nuove terapie

Redazione 12/05/2021 12:01

Uno studio del Massachusetts General Hospital suggerisce che "l'assunzione moderata di alcol ha un impatto benefico sulla connessione cervello-cuore". Tuttavia, non ne incoraggia l’uso perché restano "importanti effetti collaterali, tra cui un aumento del rischio di cancro, danni al fegato e dipendenza". A spiegarlo è l’autore della ricerca, Kenechukwu Mezue, specialista dell'ospedale statunitense, che ha presentato i risultati alla 70esima sessione scientifica annuale dell'American College of Cardiology. In pratica lo studio rileva che un consumo moderato di alcol (si specifica non più di una bevanda alcolica per le donne e due per gli uomini ogni giorno) è stato associato a un minor rischio di morire per malattie cardiovascolari rispetto a chi ne assume troppo o agli astemi. 
 
Stress e malattie cardiovascolari
Alla ricerca sono stati sottoposti 53.064 partecipanti dall'età media di 57,2 anni. Tra questi, il 15% ha sperimentato un evento cardiovascolare avverso maggiore: il 17% nel gruppo a basso consumo di alcol e il 13% nel gruppo a consumo moderato. Dallo studio del Massachusetts General Hospital è emerso che "l'attività cerebrale correlata allo stress era maggiore nei non bevitori rispetto alle persone che bevevano moderatamente, mentre le persone che bevevano eccessivamente (più di 14 drink a settimana) avevano il più alto livello di attività cerebrale correlata allo stress", spiega ancora Mezue. Di qui l’idea che "quantità moderate di alcol possono avere effetti sul cervello che possono ridurre i livelli di stress e, forse attraverso questi meccanismi, abbassare l'incidenza delle malattie cardiovascolari". Attenzione però ad incoraggiare l’uso di alcol. Non è questo l’intento dello studio, si precisa, ma i risultati ottenuti "suggeriscono che potrebbero aprire le porte a nuove terapie o a prescrivere attività per alleviare lo stress". 

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