Italia - La cucina italiana patrimonio dell’umanità: dall’Unesco il primo sì

Qualora l’esito dovesse essere confermato in India a dicembre, quella del nostro Paese diventerebbe la prima arte culinaria al mondo a ottenere, nel suo complesso, tale riconoscimento

Monica Martini 11/11/2025 10:12

Ieri, lunedì 10 novembre, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha espresso il primo parere favorevole alla candidatura della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell'umanità. Si tratta del primo fondamentale tassello che apre la strada verso la decisione politica definitiva che il Comitato intergovernativo dell’Unesco prenderà dall'8 al 13 dicembre in India a New Delhi. Tra le altre proposte che verranno prese in esame compaiono anche lo Yodel svizzero, il Son cubano, gli Origami giapponesi, il vino passito ciprioto e la Passione di Cristo in Messico. Qualora l’esito dovesse essere confermato, quella italiana diventerebbe la prima cucina al mondo a ottenere, nel suo complesso, il riconoscimento Unesco. L’inclusione tra i beni da tutelare e valorizzare a livello globale di una cucina nazionale, intesa come insieme di pratiche, saperi, biodiversità, convivialità e identità condivisa, cambierebbe infatti l’usanza di riconoscere come patrimonio culturale immateriale dell’umanità solo tradizioni culinarie specifiche o riti alimentari regionali. “La valutazione tecnica pubblicata oggi ci dice che il dossier è ben fatto ed è coerente con gli obiettivi dell'Unesco - evidenzia Pier Luigi Petrillo, professore alla Luiss Guido Carli e curatore del dossier di candidatura -. Occorre però tenere conto che questo primo sì non deve creare illusioni perché il Comitato intergovernativo che si riunirà in India a dicembre ha la possibilità di rivedere completamente la decisione”. “A livello mondiale siamo al secondo posto dopo la Turchia per riconoscimenti in campo agroalimentare, con cinque ingressi nel prestigioso elenco - sottolinea ancora Petrillo -. Tutto è iniziato a marzo 2023, con Lollobrigida e Sangiuliano e fin dall'inizio della stesura del dossier si è puntato ad un riconoscimento della cucina italiana nel suo complesso. E non per singole espressioni tecniche o produttive come invece fatto dalla Francia, che è entrata nella lista Unesco per i pasti dell'alta gastronomia celebrativi della domenica o delle ricorrenze festive, oppure dal Messico che ha ottenuto il riconoscimento per i pasti celebrativi dei riti religiosi di una minoranza etnica o la Corea che vanta il riconoscimento per la tecnica della fermentazione del Kimchi”. All’annuncio è seguito l’entusiasmo del ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che si è espresso con le seguenti parole: “È bellissimo vedere l'interesse con il quale viene seguito il percorso di riconoscimento della cucina italiana a patrimonio dell'Unesco. Non c'è sito di informazione, giornale specializzato, televisione che non abbia scritto un articolo o previsto un servizio per la prima edizione utile dedicato a questo primo passo importante. Invito però tutti quanti alla calma e a conservare le energie perché dobbiamo compiere ancora qualche passo. Abbiamo candidato una grande tradizione, un elemento che ci contraddistingue, ma non abbiamo ancora tagliato questo grande e meritato traguardo. Grazie per sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell'Unesco”.

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