Italia - Violenze nel carcere, il gip: "Gli agenti hanno cercato di depistare le indagini"

Santa Maria Capua Vetere, sono cominciati gli interrogatori: chat rivelano che gli indagati avrebbero costruito prove false contro i detenuti

Redazione 02/07/2021 11:00

Per le violenze avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono cominciati gli interrogatori di garanzia ai 52 agenti di polizia penitenziaria arrestati. Alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma nelle ultime ore qualcuno degli indagati avrebbe assunto una posizione diversa. 
 
Il tentativo di cancellare i video dei pestaggi
Gli inquirenti si stanno concentrando sulla natura e la ferocia dei pestaggi avvenuti nel carcere “Francesco Uccella” il 6 aprile del 2020: emerge che molti agenti avrebbero cercato di cancellare le registrazioni delle telecamere di sorveglianza quando hanno capito che i riflettori della giustizia si stavano accendendo su di loro. Non solo: il contenuto di alcune chat su WhatsApp rivelano che gli indagati avrebbero cercato di depistare le indagini inquinando le prove o costruendone altre del tutto false. Un piano ben organizzato, come quello di approfittare del momento in cui i detenuti si trovavano fuori dalle celle, per scattare foto di armi o sbarre di ferro, addirittura di padelle colme d’olio depositate dai poliziotti. Il tutto per rendere credibile che i reclusi si erano attrezzati per una sorta di “spedizione punitiva” contro gli agenti. 
 
La direttrice del carcere: “Io non c’ero”
Dopo la testimonianza di Vincenzo Cacace, ex detenuto in carrozzina, che ha rivelato come avvenivano i pestaggi nel carcere, Elisabetta Palmieri, direttrice della casa circondariale, replica: “Mi sono assentata per tre mesi a causa di problemi di salute”. E in merito alle immagini agghiaccianti dice: “La violenza non è giustificabile ma nei giorni precedenti i detenuti si erano impadroniti di alcune sezioni per protesta”. 
 
Le decisioni della politica
Il premier Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia, in queste ore stanno organizzando una serie di incontri per intervenire sulla situazione delle carceri italiane venuta alla luce con la maxinchiesta del Casertano. Sono 16 i fascicoli aperti per tortura, pestaggi e lesioni a carico di agenti di polizia penitenziaria che smentirebbero la teoria delle "poche mele marce". Draghi ha già ricevuto il garante nazionale per i diritti dei detenuti Mario Palma mentre la Guardasigilli ha fissato per il 7 luglio una riunione con le rappresentanze sindacali di tutti i lavoratori dell’amministrazione penitenziaria, quindi agenti di polizia ed educatori, e per il 15 luglio un vertice con i 15 provveditori regionali.
 

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