Italia - Sparatoria a Voghera, le luci e le ombre dello "sceriffo" leghista

Massimo Adriatici, assessore leghista e appassionato di armi. Chi è l'uomo che in città chiamano "lo sceriffo"?

Fonte: Pixabay

Redazione 22/07/2021 09:32

Massimo Adriatici, Assessore alla Sicurezza della Lega che ieri ha sparato e ucciso Youns El Boussettaoui, 39 anni di origine marocchina. E a Voghera lo chiamano “Lo sceriffo”, proprio per questa sua passione per la pistola da cui, dicono, non si separava mai. Ed è importante sottolineare come una carica pubblica, rappresentante dell’ordinamento italiano, non possa girare a mano armata per la città, nemmeno in caso di un’arma regolarmente registrata.
 
E la tragedia era praticamente annunciata, anche perché molti cittadini hanno confermato come Massimo Adriatici la pistola la estraeva spesso e volentieri. Così è stato anche ieri, quando nel corso di una lite col 39enne, l’Assessore ha pensato di far valere la propria opinione tirando fuori l’arma dalla quale sarebbe partito il colpo che ha ucciso l’uomo. Ovviamente il leghista si difende parlando di un colpo accidentale, aggiungendo di aver estratto l’arma solo per legittima difese in una situazione che, sempre secondo lui, poteva degenerare.
 
Gli inquirenti si muovono in questo senso e aspettano la perizia balistica che potrebbe anche confermare la difesa dell’Assessore, ma comunque bisogna sempre tenere presente che l’uomo andava in giro armato, con un’arma carica e senza sicura. Cosa ancora più importante, ha puntato tale arma contro un uomo disarmato.
La dinamica dei fatti
Non lo definirebbero un vero e proprio violento i concittadini di Massimo Adriatici. Però lo chiamano “lo sceriffo”, un po’ per la sua ex carriera da poliziotto e un po’ per questa sua passione per la pistola. Lo definiscono esaltato, uno di quelli che crede di essere nel vecchio west e di dover mantenere l’ordine a tutti i costi, fino al punto di dare il daspo a una persona che chiedeva le elemosina. Era solito portare con sé la pistola ovunque e nessuno, dunque, si stupisce del fatto che un “colpo accidentale” sia potuto partire con questa estrema semplicità.
 
Comunque al riguardo ci sono molti dubbi: sembra che il 39enne ucciso al momento della discussione fosse ubriaco e stesse infastidendo i clienti dei locali nella piazza del paese. L’assessore leghista, vedendo l’ennesimo disturbo alla quiete pubblica, avrebbe provato a chiamare i Carabinieri ma il trentanovenne si sarebbe scagliato contro di lui sferrandogli un pugno. In quel momento sarebbe partito il colpo d’arma da fuoco che avrebbe colpito l’uomo al petto causandogli una grave emorragia interna. Sono in corso accertamenti e nei prossimi giorni è atteso l’interrogatorio per l’assessore e per i testimoni sul posto.
 

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