Il Vaticano ha emesso una sentenza storica riguardo agli abusi perpetrati nel suo territorio. Gabriele Martinelli, ex allievo del Preseminario Pio X, è stato infatti condannato a due anni e sei mesi di reclusione per corruzione di minore. Questa decisione segna un'inversione rispetto alla sentenza di assoluzione di primo grado del 6 ottobre 2021, in cui erano state esaminate le accuse di violenza carnale e atti di libidine nei confronti di un seminarista sotto la sua guida nel 2010.

La Corte d'appello ha stabilito che Martinelli, sfruttando la sua posizione privilegiata, ha costretto il giovane compagno a subire atti sessuali indesiderati per un lungo periodo. Sebbene alcune accuse siano state ritenute insussistenti per mancanza di prove, la condanna per corruzione di minore segna un punto di svolta nel contesto giuridico vaticano. La vittima aveva espresso sentimenti di impotenza e vergogna al promotore di giustizia del Vaticano, raccontando gli atti perpetrati da Martinelli. Un compagno di stanza aveva corroborato la testimonianza, ricordando gli sforzi fatti dal giovane polacco per resistere agli avanzamenti di Martinelli. La corte ha scagionato Martinelli da alcune accuse relative al periodo in cui era minorenne, prima del 2 agosto 2008, e ha dichiarato l'assoluzione per mancanza di prove riguardo al periodo successivo al 9 agosto 2008. Tuttavia la colpevolezza per corruzione di minore è stata confermata, rappresentando un passo significativo nella giustizia vaticana contro gli abusi sessuali.

Questo verdetto solleva interrogativi sull'approccio della Chiesa alla tutela dei giovani e sulla sua risposta agli abusi all'interno delle proprie istituzioni. La sentenza rappresenta un segnale chiaro che gli atti di corruzione e abuso non saranno tollerati, aprendo la strada a un approccio più rigoroso nei confronti di simili violazioni all'interno della Città del Vaticano.