Italia - Favara: omicidio dell'ex presidente del Consiglio Comunale Salvatore Lupo, fermato il suocero

Le indagini della procura di Agrigento e dei carabinieri di Favara e Agrigento sono partite subito con il piede giusto, con l'individuazione della pista e del movente familiari. Determinanti i filmati delle telecamere di videosorveglianza

Favara

Redazione 09/09/2021 16:25

 
Favara: per l’omicidio dell'ex presidente del Consiglio comunale Salvatore Lupo ucciso al bar è stato fermato l'ex suocero.
 
Il fermo dell’indagato Giuseppe Barba
A distanza di tre settimane dall'omicidio dell'ex presidente del Consiglio comunale di Favara, Salvatore Lupo, 45 anni, è stato fermato dai carabinieri l'ex suocero di questi, Giuseppe Barba di 66 anni. Lupo che era un imprenditore molto noto in paese, era stato ucciso il 15 agosto scorso: freddato con tre colpi di pistola mentre si trovava in un bar di via IV Novembre, nel centro del paesino in provincia di Agrigento. 
Giuseppe Barba è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per l'omicidio del genero con le aggravanti "di aver commesso il fatto per motivi abietti e futili" e della premeditazione. Barba è indagato anche per aver portato in luogo pubblico, o aperto al pubblico, un'arma comune da sparo: una pistola calibro 38, e perché illegalmente deteneva all'interno della propria abitazione, a Favara, la pistola, in data antecedente e prossima al 15 agosto (motivi formali del provveimento di fermo).
 
Le indagini e il movente
Le indagini dei carabinieri della tenenza di Favara e della compagnia di Agrigento, coordinati dal capitano Marco La Rovere, erano state subito rivolte verso la pista di un movente privato e familiare.
L'omicidio sarebbe maturato - secondo l'accusa – in un clima teso fatto di diverbi economici connessi alla separazione fra Lupo e la moglie. La vittima era stata seguita dal Barba fino all'interno del bar, Lupo vi si era recato per comprare delle vaschette di gelato e poi era stato investito dagli spari: i proiettili lo avevano raggiunto alla regione temporale sinistra, alla guancia destra e alla spalla destra non lasciandogli scampo.
L'inchiesta dei carabinieri ha portato all'audizione di decine e decine di persone, a diverse perquisizioni e all'acquisizione di reperti (tamponi dello Stub compresi), effettuati sulle mani e sui vestiti del principale indiziato, inviati poi per gli esami al Ris di Messina.
Tracce di polvere da sparo sono state trovate, grazie all'esame dello Stub (che è un tampone adesivo che rileva la polvere da sparo), sul volante della Fiat Panda guidata dall'indagato Giuseppe Barba. L'auto compariva nei filmati di alcune telecamere di videosorveglianza private. Tali impianti sono collocati nelle vicinanze del bar di via IV Novembre dove, nel pomeriggio del 15 agosto, è avvenuto il delitto.
Dai filmati si vede una macchina che si ferma davanti all'esercizio commerciale e dalla quale scende una figura non ben definita. A un certo punto si vede un fuggi fuggi di persone, impaurite da qualcosa, forse proprio dai colpi esplosi in direzione del Lupo. Sempre in video, si vede la macchina ripartire, e la ricostruzione del tragitto percorso dall’auto è stata fatta dal maggiore Marco La Rovere che comanda la compagnia di Agrigento, come dallo stesso spiegato anche in conferenza stampa.
L’accertamento delle particelle di polvere da sparo con lo stub era stato fatto dai carabinieri già la sera stessa dell'omicidio e già erano state individuate le piste da seguire. Poi sono arrivati anche gli elementi di prova.
Sul movente, la ricostruzione ufficiale della Procura di Agrigento, coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio, fa riferimento a pubbliche offese personali e a grossi contrasti economici, legati alla separazione coniugale dalla figlia del Barba.
La conoscenza da parte dell'indagato di indagini a suo carico e la possibilità che questi scappasse all’estero - è stato evidenziato da Patronaggio - hanno indotto gli investigatori a disporne il fermo (proprio per il pericolo di fuga). Le indagini continuano
 

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