Italia - Cremona, caso inquinamento: rilevati veleni dall'ex raffineria

Il caso scoppiato nella provincia lombarda per la presenza di un'ex raffineria Tamoil

Fonte: Instagram - Autore: cremona_

Redazione 20/12/2023 09:36

La Tamoil, azienda proprietaria della raffineria situata alle porte di Cremona, continua a rappresentare una fonte di inquinamento per la città. Il circolo dei Canottieri Leonida Bissolati ha infatti raccolto dei dati per dimostrare la gravità della situazione. Questa società sportiva, con oltre cent'anni di storia nella formazione di atleti di canottaggio, nuoto e pallanuoto, ha la sua sede proprio accanto all'impianto industriale che in passato svolgeva attività di raffinazione del petrolio e che oggi è stato convertito in un deposito.
  Cremona, caso inquinamento per l'ex raffineria Tamoil
Il presidente della Canottieri Leonida Bissolati, Maurizio Segalini, ha sottolineato la gravità della situazione basandosi sui dati relativi ai prelievi nel terreno effettuati nei mesi scorsi: "I risultati indicano che il surnatante, cioè la parte di idrocarburo che non si mescola con l'acqua, è ancora presente e di recente formazione". Questa scoperta, secondo il dirigente sportivo, contraddice le affermazioni fatte da Tamoil e dalle istituzioni cittadine, che assicurano di essere impegnate nella rimozione dell'inquinamento causato tra il 2007 e il 2011: "La barriera idraulica tanto sbandierata da tutti non salvaguarda assolutamente il terreno esterno a Tamoil, e tutti lo devono sapere. È un nuovo inquinamento e un nuovo disastro ambientale". La Canottieri Leonida Bissolati ha installato tre piezometri per monitorare la situazione e i dati rivelano concentrazioni di idrocarburi totali molto superiori ai limiti di legge. Anche geologo Gianni Porto, coinvolto nell'analisi, ha confermato l'abbondante presenza di surnatante in galleggiamento sopra la falda, con le acque diffusamente inquinate con livelli ben superiori ai limiti di legge. 
  Cremona, l'inquinamento delle acque preoccupa
Legambiente Cremona sostiene che la barriera idraulica non funzioni come dovrebbe e che l'inquinamento non si è mai fermato: "Il disastro ambientale non è solo problema della Bissolati ma riguarda tutta la città. È necessario intraprendere azioni che blocchino definitivamente l'inquinamento nelle aree esterne all'ex raffineria". Segalini ha affermato che i nuovi dati sull'inquinamento saranno portati presto all'attenzione della magistratura. La città di Cremona ha già affrontato la questione in passato, con il processo penale conclusosi nel 2018 con la condanna dell'ex amministratore delegato di Tamoil per disastro ambientale colposo. Attualmente una causa civile è stata intentata dal Comune di Cremona contro Tamoil per ottenere un risarcimento. L'accordo di transazione recentemente raggiunto tra le parti è stato criticato dalla minoranza in consiglio comunale, che ritiene il risarcimento insufficiente rispetto alla gravità della situazione. Tamoil ha dichiarato che la transazione consentirà loro di procedere con progetti di reindustrializzazione nel settore dell'energia green, senza rilasciare commenti sui nuovi dati di inquinamento. La questione rimane al centro dell'attenzione e delle preoccupazioni nella comunità locale.

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