Italia - Chernobyl, i primi 35 anni dal più grave disastro nucleare della storia dell’uomo

Chernobyl, l’esplosione del reattore numero 4 e le terribili conseguenze del disastro nucleare del 26 aprile 1986.

Redazione 26/04/2021 12:00

Sono passati 35 anni dal più grave disastro nucleare della storia dell’uomo: l’incidente di Chernobyl. Quel 26 aprile del 1986 sarà ricordato per sempre come la prima grande catastrofe nucleare che ha messo l’umanità davanti all’importanza e alla pericolosità dell’energia atomica, oltre che per tutte le ripercussioni che questo tipo di energia può avere sulla salute delle persone.
 
Dopo Chernobyl il mondo è cambiato e a subire maggiormente gli strascichi di questo cambiamento sono state Russia, Ucraina e Bielorussia che, ancora oggi, stanno affrontando i problemi legati a quel disastro ambientale.
 
A distanza di 35 anni ancora non si conosce con precisione la portata del disastro e i morti che sono rimasti coinvolti nell’esplosione. Quelli accertati sono 66, ma secondo l’Onu si parla di almeno 4000 morti mentre per altri le stime sono di 30 o 60 mila, questo se contiamo tutte le ripercussioni che il disastro ha avuto sulla salute dell’uomo in questi anni. Eppure a distanza di tutto questo tempo, nonostante l’evidente errore umano e i problemi nella progettazione dell’impianto, la storia di Chernobyl è ancora avvolta nel mistero e sono ancora molti gli interrogativi al riguardo che, probabilmente, non verranno mai svelati.
 
Il racconto di quel 26 aprile 1986
Prima di quel fatidico 26 aprile in pochi conoscevano Chernobyl, cittadina a nord dell’Ucraina quasi al confine con la Bielorussia. La centrale era parte del programma del programma russo di potenziamento del nucleare che in quegli anni era uno dei progetti più ambiziosi dell’interno genere umano, non solo per le armi ma anche e soprattutto per una fonte di energia “pulita” e a buon mercato.
 
La notte tra il 25 e il 26 aprile del 1986 i problemi iniziarono con una grave perdita al reattore n. 4. I primi a chiedere spiegazioni furono gli svedesi che si accorsero di un elevato livello di radiazioni provenienti dall’Ucraina e trasportate dal vento fino a una centrale nucleare in Svezia.
Nei giorni successivi la situazione andò peggiorando al punto che divenne di interesse mondiale portando la mobilitazione di tutti i Governi dell’epoca.
Come già detto, la tragedia di Chernobyl è stata il primo vero impatto con la pericolosità del nucleare “controllato” con cui l’uomo ha avuto modo di fare i conti. Un dramma che ha portato a migliaia di vittime e all’abbandono di vaste aree di Bielorussia e Ucraina. Chiaramente ci furono anche ripercussioni economiche disastrose, portando a situazioni limite tra povertà estrema è rischio sanitario ancora oggi molto elevato per tutte le persone che vivono nei dintorni della centrale.
 
Ovviamente anche l’Europa risentì di questa situazione che, oltre alla paura per il nucleare, portò a tutta una serie di restrizioni e controlli legati all’acqua potabile e al cibo che risultò contaminato dalla nube radioattiva portata dal vento fino al centro del Vecchio Mondo.
 
Oggi, a 35 anni di distanza, Chernobyl rappresenta uno degli eventi più catastrofici della storia dell’uomo e uno dei dubbi più grandi rispetto all’utilizzo dell’energia nucleare. Anche dopo tutti questi anni i problemi legati alla centrale nucleare sono molteplici, primo fra tutti la salute degli abitanti delle zone vicine il sito e la manutenzione del gigantesco sarcofago che si occupa di tenere al “sicuro” il reattore numero 4 dalla dispersione di ulteriore materiale radioattivo. 
 

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