Italia - Caso Vannini: la Cassazione condanna la famiglia Ciontoli

Condannata tutta la famiglia Ciontoli per l’omicidio del giovane Marco Vannini, morto a 20 per una ferita da arma da fuoco.

Redazione 04/05/2021 12:03

La Cassazione ha condannato la famiglia Ciontoli per l’omicidio di Marco Vannini, il ragazzo ventenne ucciso nella notte tra il 17 e il 18 maggio 201,5 dopo essere stato gravemente ferito da un colpo di pistola. Una tragedia lunga diversi anni, e che finalmente si è conclusa con giustizia. La decisione della Cassazione è stata accolta con grida di gioia e applausi, e i genitori di Marco lasciando l'aula Giallombardo della Suprema Corte hanno dichiarato: "Finalmente giustizia è fatta".
 
In questi anni ci furono vari processi per il caso Vannini, come quello del gennaio 2019 che si concluse con la condanna di Antonio Ciontoli a soli 5 anni di carcere e a 3 anni i suoi familiari. Una decisione che scatenò la rabbia dei genitori e che venne impugnata dalla procura di Roma, che decise di fare ricorso. La sentenza di ieri, invece, emessa dalla quinta sezione penale della Cassazione ha confermato la decisione presa lo scorso settembre dalla Corte d'assise d'appello di Roma: ossia la reclusione a 14 anni di Antonio Ciontoli per omicidio volontario con dolo eventuale, e tutti i suoi familiari (moglie e due figli) a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario. 
 
L’omicidio di Marco Vannini
La tragedia è accaduta, secondo le ricostruzioni dei fatti, intorno alle ore 23:00 nella notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015. 
Marco Vannini, all’epoca 20enne, si trovava a casa della ragazza con tutta la famiglia di lei a Ladispoli; al momento dell’accaduto il ragazzo si trovava in bagno sotto la doccia. Secondo i racconti, proprio in quel momento entrò il padre della fidanzata, Antonio Ciontoli sottufficiale di Marina, per prendere due pistole nella scarpiera.
 
Marco si mostrò interessato alle armi da fuoco, e Antonio Ciontoli pensando fossero scariche fece partire un colpo che, però, ferì il giovane al braccio.
Quaranta minuti dopo, il figlio chiamò il 118 riferendo all’operatore che un ragazzo si era sentito male per uno scherzo, ma subito la madre chiuse il telefono. Dopo la mezzanotte ci fu una seconda telefonata: Antonio Ciontoli chiamò i soccorsi affermando che un ragazzo si era accidentalmente ferito con un pettine appuntito. L’ambulanza giunse subito sul posto, ma a causa delle gravi condizioni di Marco Vannini venne chiamato l’elisoccorso per trasportare il giovane presso il Policlinico Gemelli della Capitale.
 
Vannini morì intorno alle 3:00 del mattino a causa delle sue condizioni gravissime.

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