Italia - Tutto ciò che c'è da sapere sull'assegno unico per i figli a carico

Una rivoluzione per le famiglia con figli, che vedrà sparire tutte le varie misure al momento esistenti per un nuovo contributo unico e universale.

Redazione 16/04/2021 11:13

Grandi novità per le famiglie con figli. A fine marzo infatti il Parlamento ha approvato una nuova misura di sostegno che con un colpo di spugna cancella tutti i vari sussidi e bonus in essere, riservati in prevalenza ai lavoratori dipendenti sia pubblici che privati.
Arriva infatti il cosiddetto assegno unico e universale, indubbiamente la riforma più importante mai approvata sul sostegno alle famiglie. 
 
Perché un assegno unico?
Fino ad oggi esistevano varie e diverse forme di sussidio per i figli a carico del nucleo familiare, misure aggiuntesi via via nel corso degli anni. La nuova legge delega 46/2021, approvata in via definitiva lo scorso 30 marzo dal Parlamento, ha voluto semplificare questo mare magnum ed estendere anche ad altre categorie di lavoratori, come gli autonomi ad esempio, alcuni benefici fiscali per i figli a carico.
Come osserva Il Sole 24 Ore, si tratta ancora solamente della “cornice del quadro” che nei prossimi mesi dovrà essere riempito con uno o più decreti attuativi dal ministero della Famiglia, in accordo con le Politiche sociali e il Mef, sentita la conferenza unificata delle Regioni. 
 
I tempi della riforma
Per l’approvazione dei decreti attuativi ci sono 12 mesi di tempo, ma il legislatore ha intenzione di renderli operativi già dal 1° luglio 2021, così che l’erogazione del nuovo assegno unico e universale potrebbe accelerare i tempi.
 
Che cosa prevede il contributo
La nuova legge delega 46/2021 annulla e sostituisce ben sei misure esistenti a sostegno delle famiglie, introducendo un assegno unico destinato a tutti i figli a carico (ecco perché è detto universale), a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del 21esimo anno d’età. L’assegno potrà essere fruito o sotto forma di erogazione mensile o come credito d’imposta.
Resta da definire l’importo dell’assegno spettante per ciascun figlio, materia che sarà oggetto dei decreti attuativi, considerando risorse disponibili (da alcuni giudicate insufficienti). L’importo sarà calcolato in base alla situazione economica del nucleo calcolato con l’Isee e sarà cumulabile con altri assegni regionali o locali nonché con il reddito di cittadinanza. Altro argomento che dovranno chiarire i decreti attuativi, sarà proprio l'interazione tra questi due contributi, uno di sostegno alle famiglie con figli l’altro di contrasto alla povertà.
 
I requisiti per accedere all’assegno unico
Secondo quanto dettato dalle linee guida della legge delega, l’assegno unico sarà costituito da: 
L’assegno unico per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni avrà un importo inferiore e, su richiesta, potrà venire erogato direttamente al figlio, purché ancora a carico, che sia iscritto ad un percorso di studio (o tirocinio), oppure disoccupato registrato all’Anpal o volontario del servizio civile. È necessario in ogni caso avere la cittadinanza italiana o europea, oppure è necessario essere residenti (o domiciliati) in Italia insieme ai figli da almeno due anni, anche se non continuativi e titolari di un contratto di lavoro almeno biennale, nonché in regola con il permesso di soggiorno.
 
Le misure eliminate con l’assegno unico
Ecco i bonus e i sussidi che spariranno con l’introduzione dell’assegno unico universale:
1)  Detrazioni fiscali per i figli a carico, di cui attualmente non godono i soggetti che non raggiungono la soglia Irpef (ovvero i redditi inferiori che hanno un’imposta troppo bassa per usufruire dello sconto fiscale). Resteranno in vigore solamente, in via transitoria, quelle per i figli over 21 anni, scoperti dall’assegno unico. Si calcola che eliminando questa misura lo Stato risparmierà 7,8 miliardi di euro.
2) Assegni al nucleo familiare per figli minori, destinati ai soli lavoratori dipendenti (mai ricevuti dai lavoratori autonomi), la cui domanda si rinnovava ogni anno a luglio. Il risparmio ottenuto tagliando questa misura sarà di 4,7 miliardi di euro.
3) Assegni al nucleo per le famiglie numerose, erogato per 13 mesi a partire dal terzo figlio in caso di Isee inferiore a 8.788,99 euro. Previsto un risparmio pari a 300 milioni di euro.
4)Tre misure di sostegno alla natalità: bonus bebè, premio alla nascita per le neo-madri e fondo natalità per le garanzie su prestiti. Il risparmio calcolato caso sarà di 1,3 miliardi di euro
Calcolando il risparmio ottenuto da queste misure si ottiene un risparmio annuo complessivo di 12,9 miliardi, che servirà a finanziare l’assegno unico. Questi fondi si sommeranno agli stanziamenti approvati con le ultime leggi di Bilancio, confluiti nel «Fondo per l’assegno universale e i servizi alla famiglia», dove si contano circa 3,5 miliardi per il 2021 e 6,5 miliardi a regime a decorrere dal 2022.
 
Come richiedere l’assegno unico
Si lavora proprio in questi giorni per verificare se si riuscirà a partire con la riforma a luglio 2021. Il budget per questo primo anno è di 3 miliardi di euro, ma i tempi sono molto stretti e restano da definire troppe questioni complesse.
La prima cosa da fare è avere pronto il modello Isee, richiedibile in qualunque CAF o anche online.
 
I punti interrogativi della riforma
Come segnala ancora Il Sole 24 Ore, secondo alcune simulazioni effettuate da Istat e dal gruppo di ricerca Arel, Fondazione E. Gorrieri e Alleanza per l'infanzia, è emerso che sarà difficile garantire 250 euro a figlio per ogni famiglia e, inoltre, un certo numero di famiglie rischia di ricevere meno sussidi rispetto a quanto prende oggi, con le varie misure attualmente in essere. Il problema riguarda soprattutto le famiglie numerose (dai tre figli in su), che hanno espresso le proprie preoccupazioni nei giorni scorsi attraverso un incontro dell’Associazione Nazionale Famiglia Numerose con il ministro per la Famiglia, Elena Bonetti. Per questo motivo andrebbe inserita una clausola di salvaguardia che tuteli circa 1,35 milioni di nuclei da questa possibilità, ma naturalmente mancano le risorse: si stima servano ulteriori 800 milioni di euro circa.
Tutto, poi, andrà inquadrato all’interno dell’annunciata riforma dell’Irpef che avrà conseguenze sul fisco familiare. Ecco perché è davvero difficile immaginare una partenza a pieno regime già dal prossimo luglio e bisognerà continuare a seguire come procedono le fasi dell’attuazione.

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