Italia - Stop al vaccino Reithera, coro di No contro la decisione della Corte dei Conti

I ricercatori contro il blocco dei fondi: "La sperimentazione deve andare avanti, se venisse meno Pfizer saremmo in difficoltà"

Redazione 17/05/2021 12:30

"Lo stop a Reithera? Un’occasione perduta". Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, si unisce al coro di No nei confronti della decisione della Corte dei Conti di bloccare i fondi per lo sviluppo del vaccino Reithera. "Si tratta di un percorso su cui facevamo particolare affidamento – spiega Costa in diretta a Radio24 - Lo stop non ci agevola, ci nega una opportunità in più".
 
La decisione della Corte dei Conti
La Corte dei Conti, dunque, non ha dato l’ok al decreto di finanziamento dell'italiana Reithera per sviluppare il vaccino anti-Covid. In particolare, la Corte ha affermato "di ricusare il visto sul decreto relativo all'approvazione dell'Accordo di sviluppo sottoscritto in data 17 febbraio 2021 dal ministero dello Sviluppo economico, da Invitalia spa e dalla Società Reithera srl, volto a sostenere il programma di sviluppo industriale da realizzare presso lo stabilimento produttivo sito in Castel Romano". 
 
Cosa prevede il programma
• Un progetto di investimento produttivo per ampliare lo stabilimento produttivo di Castel Romano (RM)
• Un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale destinato a completare la sperimentazione clinica (studi clinici di fase 2 e 3) del vaccino anti Covid-19. 
 
Cosa prevede il decreto 
• Fondi di investimento per risorse nel limite massimo di 50 milioni di euro di cui 41 milioni a fondo perduto e il resto come finanziamento a fondo agevolato (su un totale equivalente a 80 milioni previsto dal Decreto rilancio).
 
L’opinione di virologi ed esperti
Sullo stop della Corte dei Conti al vaccino Reithera, il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, commenta: "E’ molto importante che nel nostro Paese questo tipo di sperimentazione possa essere fatta. Poi sappiamo che alcune di queste passano al vaglio di tutte le fasi, altre possono trovare evidenze magari non sufficienti, ma certamente il presupposto è che nel Paese ci sia la capacità, la voglia e anche il supporto economico necessario per condurre queste sperimentazioni". Per l’infettivologo Paolo Maggi "non è troppo tardi, abbiamo bisogno di un vaccino italiano perché siamo sotto lo schiaffo delle aziende straniere, soprattutto americane – spiega in una intervista a Repubblica - Perché se per qualche motivo ci venisse a mancare Pfizer ci troveremmo in difficoltà. Perché dovremo fare dei richiami. Perché esiste la plausibilità biologica di una nuova pandemia. E non da ultimo perché i due vaccini italiani, Reithera e Takis, sono ottimi dal punto di vista scientifico''. A commentare il "caso" anche l'ex ministro della Salute Giulia Grillo che lancia un appello al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti invitandolo "a riferire in Parlamento sulla questione e soprattutto sugli esiti finora raggiunti dal tavolo da lui presieduto per la produzione in house di farmaci e vaccini anti-Covid". 
 
 
 

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