Italia - Stop ai social per gli under 14: “Portiamo Meta e TikTok in tribunale”

Avviata la prima class action dei genitori italiani contro le regole e i meccanismi dei social, spesso causa di dipendenze e disturbi nei più giovani

Monica Martini 03/10/2025 10:40

È stata ufficialmente presentata la prima class action inibitoria sui social contro Meta (Facebook e Instagram) e TikTok. Ad avanzarla è stata il Moige (Movimento italiano genitori Aps) per cercare di “proteggere bambini e adolescenti da pratiche ritenute dannose e illegali da parte delle piattaforme social”. Depositato a luglio al tribunale di Milano e presentato nella giornata di ieri, giovedì 2 ottobre, il ricorso “si basa – spiegano gli avvocati Stefano Commodo e Stefano Bertone – sull'articolo 840-sexiesdecies del codice di procedura civile, lo strumento di tutela legale introdotto nel 2021 che consente a chiunque abbia interesse di agire per ottenere l'ordine di cessazione o il divieto di reiterazione di condotte omissive o commissive poste in essere a danno di una pluralità di soggetti”. L’azione legale, che vedrà la prima udienza il 12 febbraio 2026, si incardina su tre principali aree di intervento. Innanzitutto i social devono rispettare l’obbligo di verifica dell’età, in quanto, nonostante vige già un divieto di accesso rivolto ai minori di 14 anni, Facebook, Instagram e Tik tok consentono facilmente l’iscrizione illegale ai più giovani, violando le normative nazionali. La class action prosegue poi con la richiesta di eliminare tutti quei sistemi che portano gli utenti a diventare dipendenti dalle piattaforme, come la “manipolazione algoritmica” e lo “scroll infinito dei contenuti”. Infine la terza proposta avanzata è quella di rendere più chiara possibile l’informazione sui pericoli che possono comportare i social, attraverso una sorta di bugiardino trasparente che avvisi sui rischi e sull’uso improprio. I ricorrenti hanno fondato le loro rivendicazioni anche sulle opinioni degli specialisti in neuropsichiatria che spesso si trovano a ribadire come esista una correlazione diretta, certificata dalla letteratura scientifica, fra i disturbi provocati dall’esposizione digitale con la “perdita del sonno, calo del rendimento scolastico, depressione, difficoltà nelle relazioni interpersonali e nella gestione delle emozioni sono ormai documentate”. È in corso di realizzazione anche un’azione risarcitoria di classe, aperta ai genitori i cui figli hanno subito danni dalla frequentazione dei social, per la quale è stato attivato un portale per raccogliere segnalazioni e testimonianze.

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