Italia - Processo "Open Arms": inizia il 15 settembre, fra i testimoni Conte, Lamorgese e Di Maio

Tutti i testi di accusa e difesa per il processo relativo alla nave "Open Arms" che vede Matteo Salvini imputato per sequestro di persona dei migranti e omissione di atti d'ufficio. Fatti risalenti all'estate 2019

Fonte: Instagram

Redazione 07/09/2021 11:43

 
Il processo relativo alla nave Open Arms che vede Matteo Salvini imputato per sequestro di persona ed altri fatti risalenti all’estate 2019, inizierà il 15 settembre, i suoi legali hanno depositato la lista testi e anche la procura ha citato diversi politici.
 
La difesa di Matteo Salvini
Ci sono personalità illustri tra i 31 nomi che, a partire dal prossimo 15 settembre, saranno chiamati a testimoniare davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Palermo, qualora ammessi, dalla difesa del leader della Lega Matteo Salvini nel processo Open Arms. Si tratta dell'ex premier Giuseppe Conte, ma c’è anche l'attuale ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E ancora, gli ex ministri Danilo Toninelli, Giovanni Tria ed Enzo Moavero. 
L'ex ministro dell'Interno Salvini dovrà rispondere dei reati di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio per avere tenuto imbarcati per giorni sulla nave Open Arms 147 migranti tratti in salvo nell'agosto del 2019 nel Canale di Sicilia. Un'accusa che il suo legale, l'avvocata Giulia Bongiorno, ha sempre respinto. "L'Italia non è mai stata competente secondo il diritto internazionale in quanto, anche a voler escludere la possibilità di una competenza libica, lo Stato responsabile per il rilascio del Place of safety era la Spagna, quale Stato di bandiera della nave Open arms…” ha sempre sostenuto la difesa.
Tra i 31 testi citati ci sono politici, ex politici, ambasciatori, burocrati, prefetti e persino il comandante della Open Arms Marc Reig Creus, che si è costituito anche parte civile. Tra i politici spiccano ancora i nomi dell'ex sottosegretario all'Interno Stefano Candiani, dell'attuale sottosegretario Nicola Molteni, dell'ex grillino Stefano Lucidi e oggi leghista che"dimostrerà che tutti al governo volevano seguire la linea di Salvini ministro dell'Interno", una "linea condivisa", insomma, e che, addirittura "l'ex ministro alle Infrastrutture Toninelli avrebbe voluto scavalcare Salvini".
Fa parte della lista testi della difesa di Salvini anche l'ex segretaria generale del Ministero degli Esteri e oggi a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza italiano dal governo Draghi, Elisabetta Belloni. Si scorge anche l'ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell'Italia all'Unione Europea, che ha già testimoniato nell'udienza preliminare per la vicenda Gregoretti a Catania (conclusasi con “non luogo a procedere per Salvini”). Secondo l’avv. Bongiorno, questi temi di prova dovrebbero dimostrare "cosa è avvenuto a Catania" con il caso Gregoretti, ma anche tendere a capire qual è la politica europea sulla redistribuzione dei migranti, perché secondo i legali di Salvini l’attesa dei migranti a bordo della Open Arms non era finalizzata al sequestro di persona ma alla redistribuzione degli stessi.
 
La lunga lista dei testi
La lunga lista testi, sulla quale si dovrà esprimere il Tribunale, comprende anche rappresentanti dell'Unione europea, come il Commissario europeo che dovrà spiegare quali fossero le iniziative assunte dall'Ue in quel periodo. E ancora l'ex premier maltese Joseph Muscat oltre il vicepresidente del Consiglio di presidenza in Libia, "che riferirà degli accordi tra le autorità italiane e libiche". Tra gli argomenti di prova della difesa, quello di "provare le violazioni dell'imbarcazione della ong Open Arms", ma anche di dimostrare che i migranti furono sempre assistiti, provando l’assenza di competenza dell'Italia che stava semplicemente aspettando delle risposte sulla redistribuzione dei migranti.
Anche la Procura di Palermo, ha quasi finito di completare la lista dei testi. Ci sono diversi politici del tempo, poiché durante l'udienza preliminare la difesa aveva depositato i verbali della loro deposizione all'udienza di Catania. Testi dell’accusa, saranno probabilmente il ministro Luigi DI Maio e la ministra Lamorgese. Sul banco del pubblico ministero ci saranno il Procuratore Francesco Lo Voi e il Procuratore aggiunto Marzia Sabella, con un pool di pm. Saranno escussi anche diversi funzionari del Ministero dell'Interno.
Secondo i legali di Salvini il tema centrale di accertamento è capire se la Open Arms fosse veramente "in difficoltà" o se era in corso una operazione di immigrazione clandestina. La difesa tenterà a dimostrare che il provvedimento di divieto emesso dal Governo e dal ministro di allora Salvini era "giustificato". Citato a testimoniare anche l'ex capo di gabinetto di Salvini, l'attuale Prefetto di Roma Matteo Piantedosi e il questore di Agrigento Maria Rosa Iraci, così come i medici che riferirono delle condizioni dei migranti sulla Open Arms.
Ci saranno anche alcuni funzionari dell'Avvocatura dello Stato. La difesa proverà a dimostrare e individuare "le varie violazioni fatte da Open Arms". Perché ci sarebbero "una serie di prove da cui si vede che non c'erano pericoli ma accordi". Riferirà sui fatti in qualità di teste anche il dirigente della Squadra mobile di Agrigento Giovanni Minardi. Che dovrà raccontare "dove sono andati a finire i migranti" e che alcuni "erano indagati". Si parlerà anche del pericolo di infiltrazioni di cellule terroristiche e, ancora, Vanessa Franzier, l'Ambasciatrice della Repubblica di Malta, riferirà sul fatto che anche Malta aveva individuato delle violazioni della nave.
Sul banco dei testimoni anche il comandante della nave Marc Reig Creus, che è pure parte civile, e la capo missione Ana Isabel Montes che spiegheranno, secondo la difesa, perché "seguirono certe rotte" ma anche cosa c'era sul diario di bordo.
 
Le accuse a Salvini e le sorti dei migranti
Nel corso dell'udienza preliminare l'avvocato Giulia Bongiorno, durante la discussione, aveva più volte sottolineato che "il divieto di ingresso di Open Arms in acque italiane" sarebbe stato all'epoca firmato dai ministri "Salvini, Toninelli e Trenta. Ma qui è presente come imputato solo Salvini". Mentre lo stesso Salvini, nella lunga memoria aveva sottolineato: "Da un attento esame dei fatti accaduti non può ritenersi sussistere nessuna violazione di norme penali in quanto la condotta che mi viene contestata è insussistente". L’ex ministro dell’interno invoca la tutela dell’ordine pubblico e della pubblica sicurezza, in accordo con altri ministri dell’allora governo giallo-verde.
Secondo l’accusa, i 147 migranti, tra cui numerosi minori non accompagnati, che nell'agosto del 2019 furono soccorsi dalla nave della ong spagnola Open Arms, in attesa di ottenere un porto di sbarco, rifiutato dal Viminale guidato in quel momento da Matteo Salvini, "vennero costretti forzatamente a rimanere a bordo per sei giorni, dal 14 agosto sino all’esecuzione del sequestro preventivo, in data 20 agosto”. Giorni molto convulsi, quelli di metà agosto del 2019, con un fitto scambio di lettere tra Salvini e il premier Giuseppe Conte, con una decisione del Tar, con decreti sul divieto di ingresso nei porti italiani e persino una ispezione sanitaria a bordo. 
Secondo i magistrati di Palermo, le condizioni di permanenza a bordo dei migranti avrebbero compromesso le loro libertà di movimento, determinando una condizione di sequestro. "La privazione di libertà personale dei soggetti a bordo della Open Arms ha dunque assunto carattere di illegittimità, non solo in quanto inflitta in violazione di precise norme di rango primario, ma altresì in quanto non era consentita né imposta da alcuna ragione giuridicamente rilevante", questo il motivo per il quale Salvini, per i magistrati del Tribunale di Palermo, è ora sotto processo.
Secondo i giudici, il reato di sequestro di persona contestato dal Tribunale di Palermo, risulta aggravato dal fatto che la condotta è stata commessa da parte di pubblico ufficiale con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni.
E i pm nel corso dell'udienza preliminare all'Ucciardone sottolinearono ancora che gli obblighi di diritto internazionale che gravano sullo Stato italiano, dal punto di vista normativo, fanno ritenere che sussisteva il dovere di salvataggio da parte del comandante della nave e della cooperazione dello Stato italiano. Un provvedimento negativo di accesso (come quello che c'è stato), avrebbe invece determinato una violazione alla Convenzione di Ginevra e della convenzione sui rifugiati. I pubblici ministeri hanno  inoltre ravvisato a carico di Salvini la violazione della Legge Zampa che prevede in ogni caso il diritto dei minori non accompagnati di essere accolti in strutture a loro idonee, con divieto assoluto di respingimento ed espulsione. 

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