Italia - Presunta censura a Fedez, Franco Di Mare: "Accuse gravi e infondate"

Il direttore di Rai3 sarà ascoltato mercoledì alle 19 in commissione di Vigilanza Rai

Redazione 03/05/2021 15:23

E' ancora bufera sulla Rai dopo il caso scoppiato in occasione del concertone del Primo maggio per la presunta censura dell'Azienda nei confronti del monologo di Fedez. Al centro del discorso del rapper milanese, il ddl Zan contro l'omofobia e le critiche ad esponenti leghisti che si erano espressi sul tema. E a pochi giorni dal fatto continuano ad arrivare le reazioni da parte della politica. La senatrice di Fratelli d'Italia, Daniela Santanché, attacca: "Hanno usato Fedez come arma di distrazione di massa ma gli è andata male". La capogruppo di FdI in commissione di Vigilanza Rai, dove è fissata per mercoledì l'audizione del direttore di Rai3 Franco Di Mare, parla di "un cortocircuito interno alla sinistra" che sarebbe stato messo in atto "per distrarre il pubblico dal tema centrale del primo maggio, dai veri problemi del lavoro, fatti di aziende chiuse e di cittadini assurdamente costretti a casa la sera dopo mesi di campagna vaccinale". Intanto Di Mare sarà ascoltato mercoledì alle 19 in commissione di Vigilanza sulla Rai. Sono forti le accuse di censura all'Azienda di servizio pubblico in merito all'intervento dell'artista sul palco del Primo maggio. Di qui la richiesta di un'audizione urgente voluta dal presidente della bicamerale, Alberto Barachini.
 
Le parole del direttore di Rai3
Ma dal suo profilo Facebook il direttore di Rai3 tuona: "Le dichiarazioni Di Fedez sulla presunta censura da parte della Rai sono gravi e infamanti parimenti a quanto sono infondate". Di Mare non nasconde di voler "fare chiarezza" sull'accaduto invitando ad "ascoltare attentamente" il contenuto integrale della telefonata intercorsa tra il rapper e i vertici di Rai3. Per il numero uno della terza rete pubblica "ci sono gravi omissioni che alterano oggettivamente il senso di quanto detto dalla vicedirettrice che nel colloquio esclude fermamente, ben due volte, ogni intenzione censoria". 
 

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