Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, destinato a collegare la Sicilia alla Calabria, è nuovamente al centro del dibattito nazionale. Mentre il governo annuncia l’inizio dei lavori per l’estate, emergono preoccupazioni riguardo alle infiltrazioni mafiose e alle tensioni tra istituzioni.
Ad ora organizzazioni criminali come Cosa Nostra e ‘Ndrangheta stanno acquisendo terreni strategici per lo stoccaggio dei materiali dei cantieri e creando società per ottenere subappalti legati alla costruzione del ponte. Queste attività sollevano seri dubbi sulla capacità dello Stato di prevenire l’infiltrazione mafiosa in un’opera di tale portata.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha riconosciuto la presenza di “sbavature” nella gestione del progetto, ma ha promesso “barriere assolute” contro la mafia. “Le norme sul Ponte sullo Stretto? Ci sono state polemiche per dei fraintendimenti. Probabilmente c’è stato un deficit di comunicazione, che ascrivo anche al contributo della mia personale attività. La nostra volontà di ergere una barriera granitica contro le infiltrazioni della criminalità organizzata ha fatto sì che noi approvassimo le norme in Consiglio dei ministri senza rispettare alcuni circuiti informativi, visto che di solito i provvedimenti adottati in via d’urgenza vengono mandati prima al Quirinale. Abbiamo quindi commesso un errore di metodo” ha commentato al riguardo il ministro.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso preoccupazione verso alcune norme del decreto Infrastrutture, in particolare quelle relative alla vigilanza antimafia per il Ponte sullo Stretto. Ha così ottenuto la cancellazione dell’articolo che assegnava la competenza dei controlli a una struttura centralizzata presso il Viminale, atto di necessaria tutela della legalità e della trasparenza. In risposta, la Lega, preoccupata per questa decisione, ha proposto un emendamento per reintrodurre le norme antimafia in una nuova forma, cercando un equilibrio tra trasparenza e rapidità nell’esecuzione dei lavori.
Il progetto ha suscitato opposizioni anche a livello locale. Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha presentato un ricorso contro l’intero progetto, suscitando critiche da parte di esponenti politici come Massimo Ripepi, che lo accusa di ostacolare lo sviluppo della città per motivi politici: “Come si fa a mettersi di traverso all’opera del secolo, l’unica che può dare respiro e vita alla nostra città? Era una decisione da condividere con la città, quantomeno con i due Consigli. Negli ultimi due anni sono stati inseriti finanziamenti, e tutto questo grazie al Ponte, perché senza di esso non avrebbero mai messe queste risorse”
Il Ponte sullo Stretto rappresenta una sfida infrastrutturale ambiziosa per l’Italia; le preoccupazioni legate alle infiltrazioni mafiose e alle tensioni istituzionali evidenziano la necessità di un approccio trasparente e coordinato. Solo attraverso una vigilanza efficace e una collaborazione tra le istituzioni sarà possibile realizzare un’opera che possa davvero contribuire allo sviluppo del Mezzogiorno.