Italia - Papa Francesco: critiche alla croce pettorale che indossa sul petto. Per molti simbolo massonico

Il "buon pastore" raffigurato sulla croce pettorale di Bergoglio con le braccia incrociate, non corrisponde alla figura cristiana del Figlio di Dio che ha le braccia aperte. Il simbolo, secondo alcuni, sarebbe di derivazione massonica

Redazione 29/09/2021 14:08

 
Non finiscono le critiche al Santo Padre, per Papa Francesco in questi giorni si apre infatti il caso della "strana croce" pettorale, che, per alcuni, ricorderebbe un simbolo massonico.
 
Di cosa si parla: la croce pettorale di Papa Francesco
La strana croce pettorale di Francesco fa discutere: è d'argento e non d'oro come quelle dei papi e ha sempre destato curiosità prestandosi a diverse interpretazioni, che non sono mai approdate a conclusioni certe. La stampa nazionale e internazionale, ha spesso parlato di un misterioso "Codice Ratzinger", ovvero di un sistema di comunicazione sottile, ma inequivocabile, con cui Benedetto XVI invierebbe messaggi logici che parlano di sede impedita, di un'abdicazione mai avvenuta e di un papato emerito inesistente (questo, peraltro, da poco confermato). 
Ora il mondo si chiede: che esista per caso anche un "Codice Bergoglio", che si avvale non della logica, ma di simbolismi esoterici per inviare segnali ai suoi fedelissimi? La confusione e il sospetto nascono dal fatto che i simboli massonici sono mutuati in blocco da quelli cristiani, anche se il loro significato, noto agli iniziati, è alla rovescia. Del resto, la "bestia nera" per la Chiesa cattolica è sempre stata la stra-scomunicata Massoneria che, rifiutando il "Dio che si è fatto uomo", insegue un umanesimo spiritualizzato, un "uomo che si fa dio". Queste considerazioni, forse fantasiose, sono contenute in un libro che ormai è introvabile: "Ero massone. Dalle tenebre della Loggia alla luce di Cristo" di M. Caillet (2013), il quale svela un dettaglio choccante e univoco sulla croce di Bergoglio.
La croce pettorale in argento indossata da Papa Francesco, rappresenta infatti il "Buon Pastore" che però, stranamente, ha le braccia incrociate, come un dio egizio. Questa strana circostanza, dopo ricerche e confronti con specialisti di tale iconografia, porta ad affermare che non esista nella storia dell'arte cristiana un'immagine simile di Gesù Buon Pastore. In altre parole, le braccia incrociate prefigurerebbero il sacrificio della croce e non c'è alcuna associazione con il figlio di Dio dal punto di vista biblico-teologico. 
 
Il buon pastore che ha le braccia incrociate
Solo un Buon Pastore ha tuttavia le braccia così, ed è quello dei Rosacroce, un ordine mistico-esoterico di cui si è sempre vociferata l'aderenza con gruppi deviati di gesuiti. Oggi l'Amorc, associazione che è erede dei Rosacroce, si trova diffuso in America Latina e possiede un'importante sede a Buenos Aires. Ed ecco come Caillet autore del libro sopra detto, descriverebbe l'ordinazione ricevuta al 18° grado di Principe Rosa Croce: «Poi imparai il segno dell'ordine, l'atteggiamento del Buon Pastore: in piedi, con le braccia incrociate sul petto». E ancora, su "Esonet", portale di esoterismo si legge: «Anche per la preghiera in piedi, gli avambracci sono incrociati sul petto. Questa, nella Scuola della Rosa Croce, è conosciuta come la "posizione del Buon Pastore" ed era quella assunta dai Faraoni seduti sul trono». 
Le società esoteriche, infatti, attingono largamente a fedi precristiane, come quella egizia ed ebraica. 
Bergoglio nelle sue omelie parla spesso della figura del “buon pastore”, sarà solo un caso? Ma torna in mente anche la "rugiada", da poco inserita nella II preghiera eucaristica del nuovo messale. Ne parlavano i cristiani nel III secolo, appena cento anni prima che fosse "codificato" teologicamente lo Spirito Santo. Come mai il ripristino di questa antica e dimenticata metafora? Non avrebbe senso, a meno di non scoprire che la rugiada, importante elementale esoterico, è il "Nettare dei Rosacroce" e veniva raccolta coi lenzuoli dagli alchimisti. Solo fantasiose ricostruzioni dunque? È possibile!
Il problema è che comunque il Dio rosacrociano è incompatibile con la fede cristiana: è la "meta universale" di Pitagora, la natura e l'universo, pieno panteismo. Gesù sarebbe uno spirito appartenuto all'evoluzione umana e lo Spirito Santo un raggio cosmico entrato nel suo corpo.
Forse tutti i riferimenti a queste pratiche mistiche sia nelle novità introdotte da Bergoglio in dottrina che nelle preghiere sono puramente casuali, ma inducono comunque ad una interessante riflessione.  

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