Italia - OMS allarme nei paesi più poveri per carenza di vaccini

La campagna Covax per portare il vaccino nei paesi più poveri procede a rilento, l'appello dell'Oms

Fonte: Unsplash

Redazione 22/06/2021 12:08

Continua nel mondo l’emergenza sanitaria da Covid-19 e, anche se la campagna vaccinale sta portando a dei primi segnali di miglioramento, la situazione non è ancora del tutto stabile. Se nei paesi più ricchi, infatti, i vaccini sono ormai disponibili in quantità, non si può dire la stessa cosa per i paesi in via di sviluppo. Questi paesi hanno ricevuto diversi vaccini tramite l’iniziativa Covax, ma per il momento non ci sono più dosi disponibili per proseguire la campagna.
L’Oms ha lanciato l’allarme nelle scorse ore, riportando alta l’attenzione su quei paesi che non possono permettersi l’acquisto di vaccini ma che, vista l’alta incidenza del virus, potrebbero diventare rapidamente i nuovi focolai del mondo. Quello che spaventa sono le nuove mutazioni del virus che potrebbero proliferare nei paesi più poveri e diffondersi a macchia d’olio in tutto il mondo.
Covid nei paesi in via di sviluppo, l’appello dell’Oms
Il programma Covax, al momento, ha consegnato oltre 90milioni di dosi a 131 paesi, ma la quantità è insufficiente per immunizzare tutti e si teme il peggio. A destare le maggiori preoccupazioni è l’Africa che si sta preparando a una terza ondata ma con una situazione sanitaria ancora più disastrosa. Le strutture cercano di far fronte all’avanzare del virus ma senza vaccini, con il sovraffollamento e senza le misure base di igienizzazione è estremamente difficile contrastare un nemico del genere. Secondo le stime dell’Oms, almeno la metà dei paesi a basso reddito che fanno parte dell’iniziativa Covas non hanno vaccini sufficienti per continuare la campagna di immunizzazione. La situazione è molto complessa anche perché molti paesi hanno preso “accordi laterali” per avere nuovi dosi di vaccino pagandole un prezzo esorbitante; cosa che ovviamente andrà a gravare sulle economie già disastrate. Se non si interverrà in tempi ragionevolmente brevi, si teme il peggio e oltre a un numero incalcolabile di morti e di contagi, si temono ripercussioni in tutto il mondo, con nuove varianti e nuovi focolai.
 

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