È entrato in vigore ieri, giovedì 15 maggio, l’allineamento delle accise. Per riequilibrare il peso fiscale tra i diversi carburanti e sostenere economicamente il trasporto pubblico, il diesel subisce un rialzo, mentre il prezzo della benzina cala. Si tratta di un “riallineamento” che il governo Meloni aveva già anticipato nel Piano strutturale di bilancio nel mese di settembre e che è stato approvato in via definitiva nel quindicesimo decreto di attuazione della riforma fiscale.
L’accisa sulla benzina scende di 15 euro per mille litri (1,5 centesimi al litro) passando a 713,40 euro per mille litri (la vecchia aliquota era di 728,40); l’accisa sul gasolio sale invece di 15 euro per mille litri (1,5 centesimi al litro) a 632,40 per mille litri (la vecchia aliquota era 617,40). Le variazioni riportate cercano di diminuire la differenza di tassazione tra i due carburanti, che finora ha sempre favorito il diesel.
Apparentemente la società potrebbe non notare subito l’impatto di questo cambiamento, ma sul lungo periodo la manovra potrà mostrare i suoi contorni reali. La riduzione sulla benzina infatti determinerà un risparmio da 374,5 milioni di euro annui per tutta la categoria degli automobilisti che possiedono vetture alimentate a verde.
Per quanto riguarda gli attuali prezzi visibili sulle pompe, l’effetto delle accise pare non essersi ancora palesato; al contrario in questi giorni sono stati rilevati nuovi rialzi dei prezzi per tutti i carburanti. La verde, dopo appena otto giorni, torna a superare al self la soglia di 1,7 euro/litro. La benzina al servito è in media a 1,845 euro al litro e il diesel a 1,729 euro; il Gpl al servito a è 0,722 euro al litro e il metano a 1,454 euro al kg.