Quest’oggi, mercoledì 2 luglio, è stato siglato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta a Roma, nella sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, il protocollo d’intesa sul fenomeno complesso dalle radici culturali e sociali profonde delle mafie e TikTok Italia. L’uso delle piattaforme digitali da parte dei giovani è da sempre un argomento molto delicato; sappiamo che attraverso loro può essere molto facile entrare in contatto con contenuti non adatti. A volte ad essere promossa mediante questi canali è anche la criminalità organizzata. Verrà ora effettuato un importante lavoro di contrasto ai contenuti che raggiungono le persone tramite video e messaggi, con l’obiettivo di stimolarle a sostenere, in modo più o meno esplicito, la criminalità organizzata. Pensiamo a come negli ultimi mesi dello scorso anno un'indagine della Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli, nei confronti di cinquantatré persone, indagate a vario titolo per associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione di armi e ritenute affiliate al clan camorristico Amato-Pagano. In quel caso era stato ribadito come “l’uso sistematico e costante di Tiktok e dei socialda parte della camorra per pubblicizzare le proprie attività agli occhi dei giovani, come un’azienda”. Gli affiliati, proprio attraverso queste piattaforme, provavano ad attirare nel proprio clan i minorenni ostentando lusso, quasi registrando spot pubblicitari per invogliare a ottenere quello stile di vita. “L’utilizzo dei minorenni da parte del clan 'è qualcosa che ci ha un po' impressionato, dire che ci ha dato fastidio è dir poco”, aveva sottolineato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri. L’accordo tra la Commissione Antimafia e TikTok potrebbe provocare adesso un cambiamento concreto per eliminare questo fenomeno, in quanto si tratta di un’iniziativa senza precedenti che coinvolge in modo diretto le piattaforme digitali nella lotta contro la diffusione dei linguaggi e degli atteggiamenti mafiosi. Tra le azioni previste troviamo l’aggiornamento da parte di TikTok, in linea con le proprie Linee Guida della Community, la formazione specifica per il team “Trust & Safety”, a cura di esperti accademici e rappresentanti istituzionali, per il riconoscimento di contenuti pericolosi anche attraverso l’uso di linguaggi simbolici e codificati (hashtag, emoji, musica), un’attività di ricerca sull’uso delle piattaforme digitali da parte delle mafie, in collaborazione con enti terzi qualificati e l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico paritetico per l’attivazione e il monitoraggio di tutte queste iniziative. Il protocollo sarà in vigore per tutta la durata della diciannovesima Legislatura e potrà essere rinnovato o modificato di comune accordo tra le parti. L’augurio è ora quello che tale accordo spinga anche le altre piattaforme social ad adottare e rafforzare il protocollo per combattere concretamente la criminalità organizzata.