Italia - Lavoro, più della metà degli italiani supera le 40 ore settimanali

Ancora ferma alla Camera la proposta di legge per la riduzione dell’orario a parità di stipendio

Monica Martini 08/10/2025 15:04

I nuovi dati diffusi da Eurostat hanno fatto emergere, ancora una volta, come gli italiani lavorino troppe ore: nel 2024 più della metà dei lavoratori ha superato le 40 ore settimanali previste dalla legge. Secondo le rilevazioni, degli oltre 23 milioni di cittadini occupati di età compresa fra i 20 e i 64, il 42,8% – circa 9,6 milioni – dichiara di lavorare fino a 44,5 ore alla settimana; un 4,7% – circa 1,1 milioni – lavora tra 45 e 49,5 ore, e un ulteriore 6,9% – circa 1,6 milioni – più di 50 ore.  In totale, dunque, si conta che oltre 12,5 milioni di italiani sono alle prese con una settimana lavorativa troppo lunga che non rispetta la soglia normativa “ideale” di 40 ore. La colpa di questa situazione è da ricondurre principalmente ai contratti atipici, il lavoro autonomo sotto regime di partite IVA e i salari ancora molto spesso troppo bassi, che costringono tanti dipendenti a effettuare continui turni di straordinari per guadagnare di più. Per migliorare le condizioni lavorative a milioni di italiani, bisognerebbe pensare con più attenzione all’ipotesi di concretizzare la settimana corta di quattro giorni. Inserendo, sistematicamente, una riduzione importante delle ore complessive lavorate, l’intero Paese andrebbe incontro a un cambiamento molto rilevante. Era gennaio quando la Pubblica amministrazione ha comunicato che questo modello sarebbe stato introdotto in via sperimentale nel rinnovo contrattuale delle Funzioni centrali 2022-2024, prevedendo che si mantenessero, in forma volontaria, le 36 ore settimanali. In generale, traducendo la misura, si tratterebbe di avere una giornata lavorativa più lunga, pari a nove ore più la pausa, che richiederebbe il riproporzionamento di ferie e permessi giornalieri. In realtà la settimana corta rimane ancora una sorta di utopia; in Italia infatti è stata avanzata una proposta di legge che la riguarda sia nel settore pubblico che in quello privato, che introdurrebbe, tra l’altro, un osservatorio all’interno dell’Inapp, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, che si occuperebbe di studiare gli effetti che questa nuova organizzazione del lavoro comporta. Al momento è evidente che le difficoltà maggiori si presentano per le aziende di alcuni settori specifici, come sanità o trasporti, che necessitano di presidio fisso. Fino ad ora, in ogni caso, la proposta di legge – firmata Alleanza verdi e sinistra, Partito democratico e Movimento 5 stelle – è ferma per accertamenti in Commissione Lavoro, alla Camera.

Notizie interessanti:

Vedi altro