Italia - L'Ue condanna la legge ungherese anti Lgbt: l'Italia è ultima a firmare

Sono 14 i Paesi che, attraverso una dichiarazione congiunta, chiedono alla Commissione europea un intervento immediato sui contenuti della norma

Redazione 23/06/2021 10:35

C’è anche la firma dell’Italia alla dichiarazione sottoscritta da 13 Paesi dell’Unione europea dove si esprime “forte preoccupazione” per la recente legge in Ungheria che “discrimina in modo palese le persone Lgbtiq e viola il loro diritto alla libertà di espressione, con il pretesto di proteggere i minori".
 
I 14 Paesi contro l’approvazione della legge ungherese
Chiedono alla Commissione europea un intervento immediato sulla legge magiara i 13 Paesi dell’Ue a cui si è accodata all’ultimo anche l’Italia. Prima della firma, Roma ha atteso un riscontro da parte dell’Ungheria che però non è arrivata. A dare il via all’iniziativa è stato il Belgio, al termine del Consiglio Affari generali di Lussemburgo. La firma è poi arrivata da Finlandia, Svezia, Danimarca, Germania, Francia, Lituania, Irlanda, Spagna, Lussemburgo, Paesi Bassi, Estonia e Lettonia. Paesi, questi, che hanno governi sia di destra sia di sinistra.
 
Ma qual è il contenuto della dichiarazione contro l’Ungheria?
Viene denunciato che “stigmatizzare le persone Lgbtiq costituisce una palese violazione del loro diritto fondamentale alla dignità, così come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Ue e dal diritto internazionale. L'inclusione, la dignità umana e l'uguaglianza sono valori fondamentali della nostra Unione europea, e non possiamo fare compromessi su questi principi”. Poi l’appello alla Commissione Ue a “usare tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire il pieno rispetto delle leggi Ue, anche portando la questione di fronte alla Corte di giustizia europea”.
 
La legge ungherese e la posizione dell’Italia
La legge anti-Lgbtiq vieta di fatto la sensibilizzazione, quindi la divulgazione di materiali educativi per i bambini quando si promuove omosessualità, ridefinizione di genere e identità sessuali diverse da quelle di nascita. Il sottosegretario agli Affari Ue, Enzo Amendola, ha spiegato di aver chiesto “chiarimenti sui recenti emendamenti del parlamento ungherese alle disposizioni in materia di minori e istruzione che lasciano perplessi per i passaggi discriminatori sull'orientamento sessuale” prima di firmare la dichiarazione congiunta. Precisazioni che però dall’Ungheria non sono mai arrivate. Un tema, quello delle discriminazioni contro le persone Lgbtiq, molto sentito in queste ore dopo che il Vaticano è intervenuto sul ddl Zan perché "violerebbe il Concordato".

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