Il 18 dicembre si celebra l’annuale Giornata Internazionale dei Migranti, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2000 per porre al centro dell’attenzione globale le condizioni delle persone che sono costrette ad abbandonare il proprio Paese per andare alla ricerca di sicurezza, sperando di trovare opportunità e prospettive migliori. Questa giornata invita tutta la popolazione a riflettere sui diritti umani, sull’inclusione sociale e sul contributo che i migranti possano apportare alle comunità in cui si inseriscono sia dal punto di vista economico, che da quello culturale. Si conferma, così, un momento per ricordare come la migrazione, seppur comporti continue sfide che richiedono politiche e narrazioni orientate alla dignità e alla solidarietà, è un’importantissima fonte di progresso e di scambio. L’ultimo rapporto annuale Global Trends mostra la portata di un fenomeno che continua a trasformare il panorama globale; secondo l’UNHCR, alla fine di aprile 2025 oltre 122 milioni di persone erano costrette a fuggire dalle loro case, soprattutto a seguito dei danni e pericoli causati dai grandi conflitti, segnando un continuo aumento rispetto agli anni precedenti (nello stesso periodo del 2024 erano 120 milioni). In Italia, i dati dell’UNICEF riferiscono che, dall’inizio dell’anno fino a metà dicembre, sono arrivate circa 63.900 persone, di cui oltre 11.700 minori. La maggior parte delle famiglie si sono ritrovate ad affrontare lunghi e pericolosi viaggi verso l’Europa attraverso il Mediterraneo centrale, fronteggiando rotte marittime – come quelle che portano all’isola di Lampedusa – che possono rivelarsi fatali, visto le migliaia di vittime e dispersi che presentano lungo il percorso. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha sottolineato nell’occasione come la migrazione sia un motore di progresso per economie e società, ma anche come la sua cattiva gestione possa alimentare odio e divisione, aggravando i rischi per le persone in movimento. Nel suo messaggio, ha inoltre ricordato come negli ultimi anni i confini si stanno restringendo, mentre i contrabbandieri e trafficanti aumentano, e le vite di donne, bambini diventano sempre più a rischio. Adottare politiche umane e sicure diventa sempre più importante. In Italia, la ricorrenza del 18 dicembre è riconosciuta dalle associazioni e dalle organizzazioni sociali come un’occasione per mettere in luce le condizioni dei migranti nel mercato del lavoro e all’interno della società. Di fatto, nonostante contribuiscano in modo significativo alle economie locali e nazionali, i lavoratori migranti troppo spesso sperimentano ancora irregolarità contrattuali, discriminazioni e difficoltà di integrazione. Questo richiamo a una maggiore tutela dei diritti, alla dignità del lavoro e all’inclusione sociale costituisce una parte importante del dibattito pubblico in Italia e altrove. La Giornata Internazionale dei Migranti non rappresenta dunque solo un’occasione di raccolta di dati e statistiche, ma un invito a rivedere le politiche migratorie, a combattere le narrazioni che deumanizzano e a promuovere soluzioni basate sulla cooperazione multilaterale e sul rispetto dei diritti umani fondamentali. In un mondo sempre più interconnesso, la sfida è trovare un equilibrio tra sicurezza, gestione ordinata dei flussi e rispetto della dignità di chi sceglie – o è costretto – a migrare.